Il primo banchiere italiano difende il Nord dal governo

Carlo Messina
Carlo Messina

Il banchiere più importante d'Italia è anche sempre stato attento a non intestarsi appartenenze politiche. Pensare di vedere Carlo Messina in fila in qualche banchetto di partito, come in passato è capitato a illustri suoi colleghi e predecessori, è del tutto fuori dalla realtà. L'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo fa solo il banchiere e lo fa, fin da quando, sei anni fa esatti, è stato chiamato al vertice della banca milanese, guardando più all'economia che alla finanza; più all'industria che alla Borsa. Per cui, se uno così prende una posizione «politica» come è accaduto ieri, in occasione di un incontro pubblico a Torino, c'è da ascoltarlo con attenzione.

Andare contro il Nord è un errore, ha detto Messina rispondendo a una domanda sulla composizione del nuovo governo, da un lato sbilanciato verso il Sud, dall'altro nato in aperto scontro con la forza politica egemone del Nord. «Non ci può essere contrapposizione tra questo governo e le regioni del Nord», sono state le sue parole. La cui interpretazione è in riferimento alla posizione della Lega, largamente maggioritaria nell'elettorato del Nord e alla guida delle grandi regioni: se il governo nato per lasciare Salvini fuori gioco senza andare alle elezioni si dovesse trasformare in un esecutivo che penalizza le istanze di quelle regioni, sarebbe un suicidio economico e finanziario. «Credo che se è indispensabile avere come priorità l'accelerazione della crescita, non si può accelerarla andando in contrasto con chi è detentore della crescita del paese. Il 35% del Pil viene da Lombardia e Veneto; se si aggiunge il Piemonte si arriva oltre il 40%, se si mette anche l'Emilia-Romagna si fa un altro 10%: più del 50% del Pil è nel Nord Italia». Ecco quindi che per Messina «immaginare di governare contro regioni come la Lombardia e il Veneto, dove governa, secondo me, molto bene la Lega, è un elemento che deve essere tenuto in grande considerazione». Parola di un romano doc che, tra l'altro, alla Lega ha sempre rimproverato le posizioni antieuro di alcuni suoi esponenti. Arrivando a dire che ora, senza la loro presenza, lo spread può finalmente scendere.

Ma così, sollevando la questione Nord, il numero uno di Intesa ha dimostrato che il tema esiste. Non sono solo suggestioni politiche o mediatiche.

C'è, nel «Paese del Pil», più di una preoccupazione per l'approccio che il governo Pd-Renzi-5Stelle potrà avere verso i suoi territori. Lo certifica, da ieri, una voce autorevole e al di sopra di ogni sospetto.

Marcello Zacché

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