Trombosi con J&J sugli uomini: occhio a questo caso

Il paziente sta bene e presto lascerà l'ospedale di San Francisco, in California, dove è stato ricoverato. Il caso dimostrerebbe che l'eventuale rischio non incomberebbe solo sulle donne

Trombosi con J&J sugli uomini: occhio a questo caso

Si è registrato a San Francisco, negli Stati Uniti, un rarissimo caso di trombosi in un uomo a cui era stata somministrata una dose del vaccino Johnson & Johnson. Nel paziente, stando a quanto ha riportato il San Francisco Chronicles, si è sviluppato un trombo potenzialmente pericoloso ma le sue attuali condizioni di salute, come hanno riferito i medici che lo hanno curato, sono buone e già nei prossimi giorni potrebbe lasciare l’ospedale.

Finora casi simili (e se ne erano registrati quindici in tutti gli Usa, tutte pazienti di sesso femminile) avevano interessato solo pazienti donne. Se fosse confermato il “nesso” dagli organismi di controllo preposti, tra cui la Food and Drug Administration e il Center for Diseases Control and Prevenction, quello di San Francisco sarebbe il sedicesimo caso di trombosi su otto milioni di persone complessivamente vaccinate col siero Johnson & Johnson. Per dirla in termini statistici, l’incidenza nazionale di coaguli del sangue sarebbe stata riscontrata in due casi su un milione. Ma il caso californiano non ha tanta importanza dal punto di vista statistico ma per quello clinico: dimostrerebbe che il rischio di trombosi, per quanto remoto, non incomberebbe esclusivamente sulle donne.

Il paziente americano, del quale è stata tenuta riservata età e residenza, tuttavia, non è in pericolo di vita e, anzi, presto potrebbe tornare a casa. Come ha riferito l’ematologo che lo ha in cura, l’uomo presto potrebbe essere dimesso dall’ospedale; le sue condizioni di salute sono buone. L’uomo era stato sottoposto alla vaccinazione il 16 aprile scorso e poco più di una settimana dopo aveva avrebbe iniziato a lamentare dolori alla schiena e alle gambe. Le analisi hanno rilevato bassi livelli di piastrine e, contemporaneamente, un’alta presenza di fibrinogeno, una glicoproteina plasmatica prodotta dal fegato responsabile della coagulazione del sangue.

Queste, dunque, sarebbero state le cause alla base della formazione del coagulo e i medici californiani hanno si sono già dichiarati pronti a mettere a disposizione dei loro colleghi impegnati nella ricerca tutti i dati relativi al caso sanitario del loro paziente. Inoltre, i sanitari del centro di San Francisco che hanno segnalato il caso e curato l’uomo dalla trombosi non hanno “bocciato” la scelta delle autorità di revocare la sospensione della somministrazione del vaccino e hanno sottolineato che Cdc ha fatto bene a non prolungare lo stop alle vaccinazioni.

Intanto proprio ieri l’Agenzia Italiana del Farmaco ha redatto pubblicato una nota informativa importante “sul collegamento tra il vaccino e l’insorgenza di trombosi in combinazione con trombocitopenia” in cui invita i sanitari a prestare attenzione all’eventuale insorgere dei sintomi dopo

le vaccinazioni con il siero Johnson & Johnson. L’Aifa ha elencato gli “elementi chiave” tra cui l’insorgere di coaguli entro tre settimane dall’inoculazione e prevalentemente in donne di età inferiore ai sessant’anni.

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