Cronache

Il procuratore Bruti Liberati indagato dalla procura di Brescia: omissione di atti d'ufficio

L'accusa è in relazione ad uno dei capitoli più scottanti della faida con Robledo: la gestione del fascicolo sulla privatizzazione della Sea, la società aeroportuale milanese, da parte del Comune di Milano

Il procuratore Bruti Liberati indagato dalla procura di Brescia: omissione di atti d'ufficio

Che il braccio di ferro all'interno della Procura di Milano non fosse destinato ad esaurirsi con il "licenziamento" in tronco di Alfredo Robledo, il principale oppositore del procuratore Edmondo Bruti Liberati, spedito ad occuparsi di scartoffie dallo stesso Bruti, era prevedibile. Meno prevedibile era la nuova, devastante svolta del feuilleton: l'incriminazione di Bruti Liberati da parte della procura di Brescia, competente ad occuparsi dei reati commessi dai magistrati in servizio a Milano.

I colleghi bresciani hanno iscritto nel registro degli indagati Bruti, accusandolo di omissione di atti d'ufficio in relazione ad uno dei capitoli più scottanti della faida con Robledo: la gestione del fascicolo sulla privatizzazione della Sea, la società aeroportuale milanese, da parte del Comune di Milano. Quel fascicolo, che rischiava di creare qualche grattacapo alla giunta rossa milanese, venne dapprima affidato da Bruti ad un magistrato che non aveva i titoli per occuparsene, poi ripreso in mano dal procuratore e dimenticato in una cassaforte proprio nei giorni cruciali dell'affare Sea, quando il Comune varava l'asta che portò il pacchetto di azioni nelle mani dell'unico concorrente, il fondo F2i. Una dimenticanza ammessa dallo stesso Bruti nelle sue lettere al Consiglio superiore della magistratura, che del caso Sea era stato investito con l'esposto di Robledo.

"Ho cinquemila fascicoli, una dimenticanza è possibile", ha sempre detto Bruti. Ma che l'unico fascicolo effettivamente dimenticato sia stato anche l'unico che lambiva Palazzo Marino ha dato luogo, ovviamente, alle più svariate illazioni. Il Csm, alla fine della sua istruttoria, aveva candidato il procuratore milanese a un procedimento disciplinare, di cui non si è più saputo nulla, nell'inerzia totale del ministro della Giustizia, il piddino Andrea Orlando, e del procuratore generale della Cassazione. Ora sulla scena fa irruzione fragorosamente la Procura di Brescia. E' un atto destinato a cambiare i rapporti di forza dello scontro in corso a Milano? Si vedrà. Di certo è la prima volta nella storia della Repubblica che il procuratore della Repubblica di Milano, titolare di uno degli uffici giudiziari piu delicati del paese, da inquisitore si trova inquisito.

E la conferma di Bruti nella sua carica, su cui dovrà pronunciarsi il nuovo Csm, si presenta a questo punto sempre più incerta.

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