Proteina chiave nei linfomi

Indagine sullo sviluppo delle cellule tumorali e l'attività contro lo stress

Lo stress e il tumore. Le proteine anti-stress heat shock protein (Hsp), sono di grande interesse per i riceratori dell'Istituto tumori di Milano. Queste molecole, prodotte dal nostro organismo, permettono alle cellule di sopravvivere in caso di stress mantenendo la corretta struttura delle proteine cellulari che altrimenti verrebbero danneggiate. Nel caso dei linfomi non Hodgkin aggressivi a cellule B possono trasformare l'effetto positivo in una minaccia per il malato. Secondo un recente studio condotto dal gruppo di ricerca guidato da Massimo Di Nicola, responsabile dell'unità di immunoterapia clinica e terapie innovative del dipartimento di oncologia medica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori di Milano, l'inibizione di una di queste proteine provocherebbe infatti un sostanziale rallentamento della crescita delle cellule tumorali, in seguito alla riduzione e destabilizzazione dei livelli di oncoproteine (cioè le proteine codificate da un gene alterato, causa della trasformazione delle cellule tumorali), che sono il motore di questo tipo di tumore.

Nello studio pubblicato online sulla rivista Blood, un progetto finanziato da AIRC, i ricercatori dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano hanno dimostrato che la proteina 105 interagisce fisicamente con due geni favorendo cosi l'espressione di due oncoproteine responsabili dello sviluppo del linfoma. Le cellule tumorali producono le molecole anti-stress con l'obiettivo di garantire un vantaggio alla propria sopravvivenza. Lo studio ha però dimostrato che inibendo l'espressione di 105 si è osservata una significativa riduzione della proliferazione delle cellule di linfoma in vitro e dello sviluppo dei tumori in vivo. Di Nicola, nato a Potenza nel 1960, laureato a Napoli e specializzato in ematologia a Pescara ed in oncologia medica a Milano, dove svolge la propria attività dal 1990 all'Istituto Tumori, ha prodotto oltre cento pubblicazioni scientifiche. Oggi non sono disponibili farmaci in grado di inibire le due oncoproteine, proprio per questo le attuali ricerche possono diventare di grande interesse terapeutico. Dal 26 giugno 2000 quando si arrivò alla pubblicazione della mappa completa del genoma umano è iniziata una nuova era per la ricerca sul cancro. In questo decennio si sono moltiplicati i farmaci intelligenti, disegnati sulla base delle conoscenze dell'oncologia molecolare per colpire target cellulari precisi, presenti solo nelle cellule malate.

La rivoluzione genetica contribuisce anche ad una migliore determinazione della prognosi dei singoli tumori, attraverso la caratterizzazione genetica della malattia nel singolo individuo, nell'ottica di una medicina sempre più personalizzata. Si lavora sulla ricerca di marcatori molecolari in grado di facilitare anche le diagnosi precoci.

Dalla dimensione macroscopica della malattia si è passati a quella molecolare, raggiungendo il cuore dei meccanismi che la provocano. Possiamo quindi sperare che il prossimo decennio raccolga risultati concreti di questo immenso sforzo di ricerca. Lo stesso gruppo di lavoro dell'Istituto dei tumori, in un precedente studio, aveva riportato che la proteina anti-stress 105 costituisce un nuovo antigene dei linfomi non Hodgkin aggressivi a cellule B e che i pazienti in grado di rispondere ad una vaccinazione anti-linfoma producevano anticorpi diretti contro questa proteina.

I risultati di questo importante studio forniscono le basi per lo sviluppo di molecole quali gli anticorpi monoclonali o piccole molecole selettive come strategia terapeutica innovativa per la cura dei linfomi non Hodgkin aggressivi a cellule B.

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