Cronache

Pubblicità choc dei vegani: pezzi di bebè sottovuoto

Nel manifesto un bimbo confezionato in una porzione simile a quello della carne nei supermercati. Il sindaco ddi Grosseto contro i vegani

Pubblicità choc dei vegani: pezzi di bebè sottovuoto

Un bambolotto (davvero troppo simile a un bambino) a pezzi messo sottovuoto e confezionato in una porzione simile a quello della carne nei supermercati. L'immagine choc è comparso sopra un incrocio molto trafficato a Grosseto, non lontano dalla zona dello stadio. Il cartellone pubblicitario, firmato da una associazione vegana, ha scatenato accese polemiche. "Tutti sono liberi di manifestare le proprie convinzioni e di promuovere le proprie idee - ha commentato il sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi - diverso è invece utilizzare immagini violente capaci di provocare un grande impatto sui cittadini ma certamente prive del minimo buon gusto".

I cittadini di Grosseto hanno aspramente criticato la campagna messa a punto da due associazioni, la "Campagne per gli animali" di Treviso e l'"Associazione di Idee Onlus" di Grosseto, che hanno raccolto, come si legge sul sito internet, 350 dei 484 euro necessari per l’affissione de cartellone pubblcitario. Nel manifesto campeggia il viso incastrato del bambino sotto la pellicola, con gli altri pezzi del corpo in ordine sparso nella confezione con la scritta: "Chi mangi oggi?". Sotto, il contenuto del messaggio dei vegani contro tutti i consumatori di carne in generale: "Gli animali non sono cose. Quando li mangi o li sfrutti, mangi qualcuno. Non qualcosa. Diventa vegan".

Le immagini choc hanno subito fatto il giro della città che si è lamentato per il messaggio cruento. Secondo il primo cittadino di Grosseto, infatti, "giocare con il corpo dei bambini, anche se attraverso unabambola" è intollerabile. Da qui la condanna per "un uso tanto improprio di uno strumento pubblicitario, anche se semplicemente per diffondere la cultura vegetariana".

"I bambini vanno tutelati come, non a caso, prevede la legge e nel caso di questi manifesti apparsi in città siamo decisamente andati oltre - ha concluso Bonifazi - non si tratta di moralismo ma di rispetto dei più deboli".

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