Cronache

Quadro nazista nella villa, Airbnb cancella l'account del proprietario

L'host bolognese Filippo Alvisi è stato bannato da Airbnb dopo le proteste di una turista americana che non ha gradito un quadro raffigurante la divisa del Fuhrer e due sculture raffiguranti degli agenti di polizia di colore

Quadro nazista nella villa, Airbnb cancella l'account del proprietario

È stato bannato da Airbnb dopo le proteste di una guest americana che non ha gradito un quadro raffigurante la divisa del Fuhrer e due sculture raffiguranti degli agenti di polizia di colore. Il bolognese Filippo Alvisi si è visto così cancellare con un semplice clic il suo account, la relativa cronologia di 5 anni di attività e tutte le prenotazioni già registrate.

Tutta colpa di quelle opere d'arte presenti nella Villa Monte Quercione, una residenza di lusso di 1000 metri quadri con piscina, parco e 14 posti letto, situata sulle colline di Zola Predosa. Costo: 800 euro a notte. Ora Alvisi, proveniente da una famiglia di collezioni d'arte, ha chiesto ad Airbnb la riattivazione dell’account e un risarcimento considerato anche che le opere d'arte erano ben visibili nella fotogallery di presentazione della villa e non hanno mai creato problemi. Almeno fino allo scorso maggio quando la signora Elizabeth K., che aveva trascorso 6 giorni nella villa emiliana, si è sentita offesa da quelle opere e, pertanto, pretendeva il rimborso del soggiorno. Il quadro in questione, però, è un dipinto dell’artista inglese Marcus Harvey, The Wolfschanze (La tana del lupo) e raffigura gli stivali e i vestiti di Adolf Hitler comprensivi di svastica. Le due sculture lignee, invece, "altro non sono che tipici e comunissimi souvenir africani acquistati da Alvisi nel continente nero". Alvisi, interpellato dal Corriere della Sera, si difende: "Durante il soggiorno mi sono sentito diverse volte con la signora che mai ha sollevato la questione, salvo poi chiedere il rimborso dopo ben 3 giorni dalla partenza". Dapprima Airbnb dà ragione al proprietario della villa ma 5 giorni dopo cancella il suo account sostenendo che vi era una "violazione della nostra politica di non discriminazione perché promuove il razzismo e l’odio". "Da un giorno all’ altro non c’ ero più e non potevo più accedere ad alcuna informazione passata né dialogare con chi aveva già prenotato: un bel problema. Airbnb ha dato credito alle parole della guest, la prima protesta in 5 anni, senza svolgere alcun approfondimento sulle opere contestate", attacca Alvisi.

Anche l’avvocato Lavinia Savini dello studio bolognese e milanese Ideale, lo difende spiegando che "Marcus Harvey (autore del dipinto ndr) appartiene al movimento artistico avanguardista degli anni 80 degli Young British Artists il cui primo fine è quello di dissacrare - tramite il ricorso a metafore tangibili e attraverso il pieno esercizio della libertà di manifestazione del pensiero - i tabù dell’odierna società", scrive Savini che, a sostegno della sua tesi, cita anche il ritratto di Myra Hindley, infanticida seriale inglese, o una scultura che raffigura Margaret Tatcher sdraiata a seno nudo vicino ad un maiale.

Il quadro in questione, inoltre, è stato esposto nella mostra della galleria Marabini intitolata "The Fuhrer Cakes" (I dolcetti del Fuhrer), che vuole ricostruire la quotidianità del dittatore tedesco e di Mussolini con "evidente presa in giro dei personaggi" e, pertanto, "l’opera esula da ogni intento apologetico del movimento nazista".

"Airbnb ha censurato senza svolgere indagini e mi accusa di incentivare l’ odio e il razzismo", dice Alvisi che da "super host" è diventato in un lampo un indesiderato.

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