Adesso è tutto uno sdilinquirsi e un frinire di gioia per l'elezione di Zohran Mamdani quale primo cittadino di fede musulmana della città di New York. Ed è comprensibile, perché sappiamo bene che New York è New York, un simbolo, un'idea, un mito, patria di tutti, anche di quelli che non ci sono mai stati e l'hanno vista solo nei film; una capitale e un'esibizione di forza dell'Occidente intero. Ci è chiarissimo il portato di quello che è accaduto. Però c'è un però. Coloro i quali oggi giubilano perché un musulmano è primo cittadino di New York, sostenendo che la sua fede sia un fatto politico e quasi una parte del suo mandato elettorale, non elevarono alcun plauso quando due sindaci musulmani vennero eletti nella sperduta provincia della provincia italiana. Le distanze sono oceaniche e le sproporzioni macroscopiche, lo sappiamo, ma il fatto politico rimane e il dubbio anche: chi festeggia per il primo cittadino devoto a Maometto in America sa che ce ne sono stati anche in Italia? E che, per giunta, sono di centrodestra? Il primo - pare in assoluto ma il dibattito è aperto -, è Arturo Cerulli, sindaco di Monte Argentario, comune italiano sparso di 11mila anime in provincia di Grosseto. Insomma, il macro e il micro. È stato eletto per la prima volta nel 2008 con una coalizione di centrodestra e poi nuovamente eletto nel 2023. Nato a Porto Santo Stefano, ingegnere nucleare e da più di trent'anni convertito all'Islam con il nome arabo di Abdul Kabir.
Ma, nonostante Cerulli, il più noto "primo sindaco musulmano d'Italia" è il leghista Moreno Marsetti, eletto nel 2020 sindaco di Malo, comune di 14mila abitanti in provincia di Vicenza. Anche in quel caso non si registrarono dichiarazioni entusiastiche non diciamo del Pd nazionale, ma neppure di quello regionale o cittadino.
In quel caso, come in quello di Cerulli, la fede musulmana valeva meno di quella di Mamdani e qui non c'entra nulla New York, c'entra di più che non era una fede "politica" e ancora di più che i due sindaci non erano socialisti.