Cronache

Una ragazza di 5.700 anni: il suo Dna in un "chewing gum"

Uno studio condotto sul Dna impresso in un "chewing gum" ha permesso di ricostruire il volto di Lola, una ragazza di epoca neolitica

In foto "Lola", illustrazione di Tom Björklund ( screenshot video Local 24 Memphis)
In foto "Lola", illustrazione di Tom Björklund ( screenshot video Local 24 Memphis)

La ragazza che vedete nell'immagine si chiama Lola ed è vissuta circa 5.700 anni fa. Ovviamente, non si tratta né di una foto né di un ritratto ma di una ricostruzione postuma – a firma dell'artista danese Tom Björklund – elaborata a seguito del ritrovamento di un "chewing gum" di epoca neolitica dal quale, i ricercatori della Università di Copenaghen hanno recuperato tracce di Dna della donna.

Si tratta di una scoperta epocale in quanto, per la prima volta nella storia, è stato possibile estrarre un genoma umano completo da un elemento diverso da quello osseo. Nella fattispecie, il team di ricercatori, composto da genetisti e scienziati in seno al polo universitario danese, ha rielaborato il Dna contenuto all'interno di una gomma da masticare vecchia di almeno 6mila anni. Il "chewing gum", lungo circa 2 centimetri, altro non è che il residuo della corteccia di una betulla – dal sapore di resina - che gli uomini preistorici usavano masticare.

Il pezzetto di catrame è stato rivenuto all'interno di una laguna di acqua salmastra durante gli scavi archeologici di Syltholm, sull'isola di Lolland, prima dei lavori di ricostruzione del tunnel di Fhermarn che congiunge la Danimarca alla Germania. Dall'analisi del ritrovamento, è stato possibile risalire al fenotipo della ragazza tanto da definirne i tratti estetici. Presumibilmente, Lola avrebbe avuto gli occhi azzurri, una folta chioma corvina e la pelle scura. La giovinetta è vissuta in epoca neolitica ad apparteneva alle popolazioni di cacciatori-raccoglitori giunte dalla Scandinavia sulle coste danesi dopo lo scioglimento dei ghiacciai. Ma non è tutto.

Dall'antico chewing gum, gli scienziati hanno isolato altro materiale genetico che avrebbe loro fornito loro ulteriori, interessanti informazioni. Nel fossile erano impresse, ad esempio, tracce di anatra e nocciole, elementi che, con buona probabilità, avrebbero fatto parte della dieta alimentare di Lola. Inoltre, l'indagine ha condotto all'individuazione di circa 40 tipi di microbi tra batteri e virus. Si è scoperto, infatti, che la ragazza fosse affetta da una infezione gengivale ed un'altra grave alle vie respiratorie riconducibile all'agente patogeno dell'Epstein-Barr (mononucleosi).

Lo studio è stato elaborato da un team di 25 ricercatori internazionali e pubblicato sulla rivista scientifica nature communications lo scorso martedì 17 dicembre. Secondo quanto riferisce Theis Jens, ricercatrice del Globe Institute e primo autore dello scritto, il luogo del ritrovamento "aveva un particolare significato – ha dichiarato alla stampa danese – La popolazione di quest'area non viveva sul posto ma probabilmente sulla terraferma, a un centinaio di metri di distanza.

È straordinario come un pezzo di chewing gum hanno conservato intatto una traccia di Dna per circa 6mila anni".

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