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Questa sinistra non serve al Paese

"Ma non impareranno mai?" diceva una vecchia canzone della contestazione americana degli anni Sessanta, riferendosi agli errori della classe dirigente? Era una canzone di sinistra e aveva la sua ragion d'essere: ma quando imparerete?

Questa sinistra non serve al Paese

«Ma non impareranno mai?» diceva una vecchia canzone della contestazione americana degli anni Sessanta, riferendosi agli errori della classe dirigente? Era una canzone di sinistra e aveva la sua ragion d'essere: ma quando imparerete? Quella canzone calzerebbe come un guanto al Pd di Enrico Letta che non ha ancora imparato la lezione più elementare di questa nuova fase politica, quella in cui vince Draghi e il razionalismo buono: a seguire i Cinque Stelle ci si ammazza. Ci si ammazza come partito della sinistra che dovrebbe rappresentare nel Paese il riformismo, l'anima progressista, i lavoratori che perdono il posto. E invece? Dove sta il Pd? Sotto le finestre di Conte e Grillo a cantare una serenata che li porterà sempre più lontani dal loro stesso elettorato. Intendiamoci: è verissimo che una parte del vecchio elettorato del vecchio Pd andò a formare un pezzo del movimento di Grillo, tanto è vero che alcuni insigni analisti dissero che il Pd avrebbe dovuto inseguire quei propri elettori in fuga. Ma non è andata così: gli elettori in fuga dal Pd, oggi sono in fuga dai 5s. Il loro spettacolo è quello di una rotta militare: tutti a casa, ma non si sa di chi. Chi con Conte, chi con Grillo, chi fa il movimento proprio, tutti preoccupati del problema esistenziale del tacchino quando si avvicina il Natale e cioè avere uno straccio di speranza di farsi rieleggere. Il Pd ha un'altra storia. Anche Enrico Letta ha un altro spessore. E, come diceva il marziano alla lavastoviglie: che ci fa una bella ragazza come te in un locale mediocre come questo?

Che ci fa un partito che si rifà a tradizioni importanti della storia italiana, con un tizio che si mette lo scafandro, urla come un pazzo, attacca le donne amiche del figlio, ma più che altro con un partito che non ha combinato altro che danni, come quello del reddito di cittadinanza. Ora con la riformetta della giustizia il Pd non ha saputo e voluto imporre le sue proposte riformatrici.

O non ne ha? Tutto bene al Largo del Nazareno con gli scandali del Csm, con le rivelazioni di Palamara, con la sensazione diffusa nel Paese di avere un sistema giudiziario gravemente e profondamente malato? Va bene così? Adesso la riforma Cartabia è stata annacquata come hanno voluto i 5s col consenso del Pd. Certo, la riforma così come è uscita è figlia di un compromesso e in democrazia il compromesso si fa prima di tutto col pallottoliere. Ma non ha altro da dire questo partito? Davvero pensa che la battaglia sui fluid gender sia la grande frontiera del riformismo? Non vede che il Paese reale sta da un'altra parte? Il M5s è stato una realtà perché ha funzionato come le bolle del morbillo.

È stato un sintomo. Il sintomo di qualcosa che è passato, oggi questo Paese avrebbe un dannato bisogno di una sinistra riformista che non c'è, oltre che di una destra ferma e ragionevole anziché sparpagliata e divisa.

Ma noi che siamo liberali fanatici fautori della democrazia liberale, vogliamo che il tavolo abbia tutte le sue zampe per stare in piedi. Mentre oggi si assiste a questo spettacolo bizzarro: la destra fa il riformismo e la sinistra è conservatrice, parruccona, arroccata sul vecchio, salvo darsi una incipriata di modernismo con questioni sessuali che hanno la loro indubbia importanza, ma su cui sarebbe facile accordarsi senza barare. Noi pensiamo che andando avanti così, quel partito dopo aver perso l'identità e poi l'anima, perderà la sua forza politica di legittima rappresentanza.

Non sarebbe una festa per nessuno, neanche per noi che siamo di un'altra famiglia.

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