Cronache

Questa è la strategia del passo dopo passo

Il piano è sempre stato chiaro, ma dopo la sentenza della Corte di appello di Trento lo è ancora di più

Questa è la strategia del passo dopo passo

Il piano è sempre stato chiaro, ma dopo la sentenza della Corte di appello di Trento lo è ancora di più. Un passo alla volta, un mattone dopo l'altro da sottrarre sempre meno furtivamente alle fondamenta della civiltà occidentale. Quella meravigliosa cattedrale costruita dalle migliori menti dell'umanità nei secoli e che in questi decenni trema contro i terribili colpi di maglio del «pensiero debole» contro cui si è battuta la cristallina intelligenza filosofica che Papa Ratzinger ha sposato alla dottrina. Quel pernicioso relativismo per cui alla fine è tutto uguale e, come direbbe Hegel, si precipita nella notte in cui tutte le vacche saranno nere e sarà così impossibile riconoscere perfino una famiglia, visto che così sarà chiamata anche quella composta da due padri egualmente riconosciuti nonostante il fatto che, con tutta evidenza, per almeno uno dei due non ci possa essere alcun legame genetico con il figlio. In barba alle leggi della natura, prima ancora che a quelle degli uomini, perché se già è evidentemente discutibile, per non dire altro, la pratica dell'utilizzo mercenario dell'utero in affitto, ancor più lo è lo statuto giuridico di padre assegnato a chi nemmeno per la biologia (e dunque per la natura prima che per la legge) può rivendicare quel ruolo.

«Lo amo alla follia, ma per lo Stato non è ancora mio figlio» se n'è uscito il «mammo» Nichi Vendola, raccontando al Corriere la sua quotidianità di biberon e pannolini. Ha ragione, a questo punto spetterà anche a lui la stessa patente di papà già assegnata al compagno i cui spermatozoi hanno perlomeno fecondato l'utero acquistato. Pratica illegale in Italia, ma tranquillamente praticata dai ricchi radical chic che in spregio di qualunque dignità umana approfittano dell'indigenza di donne straniere per esaudire il loro desiderio contronatura. Alla faccia di femminismo e sinistra dei diritti.

E qui è il punto: la strategia dei piccoli passi verso il baratro e la distruzione della famiglia, la cellula fondante della società. Perché era chiaro fin dall'inizio che la battaglia per il riconoscimento delle coppie di fatto, motivata con la possibilità di assistere il compagno malato in ospedale (come se mai qualcuno lo avesse impedito), era ben chiaro avesse come obiettivo l'adozione dei bimbi per le coppie gay. Ed è chiaro che con una spallata alla volta, ci si stia ormai arrivando.

Perché se oggi i giudici arrivano a sentenziare che «non si è genitori soltanto per i geni», non sarà evidentemente possibile impedire a una coppia omosessuale di portarsi a casa un bambino. Così come gli è stato concesso di generarlo contro la legge dello Stato.

E probabilmente anche contro quella degli uomini.

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