Coronavirus

"Qui si rischia la quarta ondata". E la fine della pandemia slitta a Natale

Alberto Mantovani dell’Humanitas: "La variante inglese oltre a contagiare di più uccide maggiormente". E consiglia di non farci illusioni, quella estiva sarà solo una tregua

"Qui si rischia la quarta ondata". E la fine della pandemia slitta a Natale

Inutile farsi illusioni, quella estiva sarà forse solo una tregua e rischiamo la quarta ondata e forse il prossimo Natale esarà più normale dell'ultimo. Nonostante la campagna vaccinale sia ricominciata a pieno ritmo dopo lo stop dovuto alla sospensione momentanea di quattro giorni del vaccino AstraZeneca, la situazione non sembra delle più rosee. Il timore era che la popolazione fosse diventata scettica verso il vaccino indagato e non aderisse alle vaccinazioni. Almeno da quanto visto nella giornata di ieri, questa paura sarebbe al momento accantonata. Le adesioni sono state infatti molto numerose.

La quarta ondata e il Natale

Intervistato dalla Stampa, Alberto Mantovani, immunologo di fama mondiale e direttore scientifico dell'Humanitas di Milano, ha lanciato però un nuovo allarme. A causa della diffusione delle nuove varianti potrebbe arrivare una quarta ondata. “Non possiamo dimenticare che si tratta di una pandemia e due delle attuali varianti che ci preoccupano sono nate in Sudafrica e in Amazzonia. Solidarietà e sicurezza camminano insieme. L'associazione Medici con l'Africa, che sostengo, si occupa di portare i vaccini a tutti” ha spiegato Mantovani che ha poi aggiunto che ne usciremo solo quando avremo affrontato tutti i problemi. Ed ecco la stoccata finale: “Se ci impegneremo il Natale prossimo sarà più normale del passato. L'estate potrebbe essere una tregua, ma senza le illusioni dell'anno scorso”.

Potrebbero quindi essere reale sia la quarta ondata che una situazione simile a quella che stiamo vivendo protratta fino al prossimo Natale. Anche perché, come ha tenuto a precisare il direttore scientifico, la variante inglese oltre che più contagiosa sembra essere anche maggiormente letale: “Il British medical journal e Nature danno gli stessi numeri: la variante inglese è più infettiva, ma aumenta anche la mortalità dal 30 al 60 per cento”.

L’esperto è tornato anche a parlare del caso di AstraZeneca, inizialmente Ema aveva approvato il vaccino per tutti, in seguito la Germania ha deciso di utilizzarlo solo per gli under 65 e il nostro Paese ha seguito a ruota. Come sottolineato da Mantovani, i primi studi pubblicati a novembre davano come efficace il vaccino di Oxford nei soggetti sopra i 65 anni, durante le sperimentazioni cliniche però il numero degli anziani era stato relativamente basso. Nonostante l’Agenzia europea per i medicinali avesse dato l’ok per tutti, Germania e Italia avevano fatto un passo indietro.

Perché la Germania ha bloccato il vaccino

Secondo Mantovani vi era stato “un problema di sperimentazione di un vaccino battistrada della piattaforma adenovirus. Il primo ad aver diffuso i dati con trasparenza”. Gli ottimi risultati arrivati dallo studio scozzese alla fine lo hanno sdoganato per tutti. In Gran Bretagna, su 25 milioni di vaccinati ci sono stati 30 casi per Oxford e 38 per Pfizer, e tutte le tromboembolie riscontrate non sono comunque al momento riconducibili ai vaccini inoculati. Quando però casi simili si sono verificati in altri Paesi Europei, Germania, Francia e Italia hanno deciso di bloccare le vaccinazioni in attesa di un ulteriore parere da parte di Ema. Per Mantovani la spiegazione è sociologica o politica. Che da una parte ha portato a un errore ma dall’altra ha comunque reso possibili altri controlli. Giusto investigare per fugare ogni dubbio, in particolare per sottogruppi come le donne giovani, ma solo in Italia ci sono centinaia di morti al giorno di Covid se non ci si vaccina. Persino l'acqua può intossicare in situazioni particolari. L'alternativa è morire di sete” ha precisato Mantovani. A questi eventi manca quindi la prova di causalità e non vi sarebbe neanche un aumento di trombosi in chi ha ricevuto il vaccino rispetto a chi non è ancora stato vaccinato. Secondo la Società di ematologia, nel nostro paese un soggetto ogni mille abitanti soffre di tromboembolia, in particolare sopra i 70 anni. Mantovani ha quindi spiegato che ci si può vaccinare tranquillamente con AstraZeneca e non crede si troveranno correlazioni tra vaccini e tromboembolie.

La risposta del sistema immunitario

L’Ema ha fatto sapere che verrà modificato il foglietto illustrativo per cercare di lenire possibili effetti collaterali, magari con una aspirina. Come spiegato dall’esperto, “non a caso si chiama bugiardino. Pure in quello del paracetamolo si trovano possibili effetti collaterali, ma altamente improbabili. Ai miei cari vaccinati con Oxford non ho suggerito l'aspirina e non ne vedo il motivo”.

Non sembra che il problema sia la tecnologia adenovirus rispetto a quella a Rna messaggero. Come ha tenuto a sottolineare Mantovani, anche il vaccino per l’Ebola è adenovirus, quella che però può essere diversa è la risposta del nostro sistema immunitario. “Un'ipotesi è che la tecnologia a Rna stimoli di più gli anticorpi, mentre quella a adenovirus i linfociti T, le cellule della memoria. Usare più vaccini in futuro potrebbe avere senso, ma per trovare la risposta migliore servirà tanta ricerca. Penso per esempio al modo di coprire gli immunodepressi con più dosi o ai guariti a cui ne basta una”.

Anche se finiscono gli anticorpi l’immunità può comunque continuare. Infatti sono i linfociti T la centrale operativa dell’immunità, e Alessandro Sette dell'Università di San Diego ne ha testato la risposta utile contro tutte le varianti del virus. In poche parole, anche se AstraZeneca e Johnson&Johnson risultano meno efficaci contro la variante sudafricana, in parte ci proteggono comunque e aiutano il sistema immunitario a prepararsi a nuove dosi più specifiche. L’importante adesso è continuare con la campagna vaccinale e cercare di recuperare il tempo perso fino a questo momento.

La quarta ondata potrebbe essere dietro l’angolo e c’è il rischio di uscirne solo per il prossimo Natale.

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