La rabbia degli infermieri: “Dal governo un euro di aumento”

Il costo di un caffè in più per ogni turno fatto. Una presa in giro per gli operatori sanitari che si sono incatenati a Torino

La rabbia degli infermieri: “Dal governo un euro di aumento”

Chi non ricorda le immagini strazianti di medici, infermieri, operatori sanitari distrutti dalle ore di lavoro e dai turni massacranti dovuti all’emergenza da coronavirus? Le foto e i video imperversavano in televisione, sui giornali, sui social. Sembra ormai tutto dimenticato, almeno dal governo, che ha deciso di ricompensare il loro sforzo con un aumento di solo un euro per ogni turno di lavoro fatto. Suona un po’ come una presa in giro. Vale così poco il loro sacrificio? Sembra proprio di sì.

A Torino, che ormai ha ripreso a vivere, gli infermieri hanno voluto manifestare, perché “da eroi, quando la gente moriva in corsia siamo diventati dei rompiscatole cosmici. Vi ricordate le foto dei colleghi con i sacchi della spazzatura addosso al posti dei camici? Ecco: quello dice esattamente come è ridotta la nostra sanità”. Certo, riempie il cuore vedere striscioni appesi ai balconi nei quali vengono ringraziati gli angeli in bianco, ma anche il portafoglio vorrebbe una qualche riconoscenza. Non si vive mica di soli grazie.

Gli infermieri si sentono abbandonati e presi in giro

Anche se, come sottolineato da La Stampa, molti sono stati coloro che hanno supportato il loro difficile lavoro portando in ospedale cibo e uova di Pasqua. Adesso però si sentono abbandonati. Claudio Delli Carri, segretario regionale di un sindacato che si chiama Nursing Up e infermiere alle Molinette, ha spiegato: “Eh sì, la gente ci applaudiva. Poi chi aveva promesso prebende e compensi, ci ha fatto l'elemosina. Un aumento nello stipendio di marzo e di un euro per ogni turno fatto. Le sembra normale? Prima ti dicono bravo, eroe, fantastico. Poi ti umiliano con un'elemosina”. E la notizia della presa per i fondelli ha fatto in breve tempo il giro del web. A conti fatti, si tratta di una pizza regalata al mese. Sempre che si spenda sui 20 euro o poco più. Sembra però che qualcuno si sia reso conto e che alcune Asl del Piemonte stiano correndo ai ripari per cercare di rimediare. Certo, non saranno tantissimi i soldi che arriveranno, ma comunque qualcosa in più. Anche perché, effettivamente, la sanità regionale ha avuto molte spese extra. A fine anno poi, in tempo di presentazione dei bilanci al Ministero, la situazione potrà anche peggiorare. [[ 1864542]]

Il flash mob in piazza Castello a Torino

Claudio Delli Carri vuole giustizia. Anche perché il 14% degli oltre 24mila infermieri e Oss del Piemonte ha contratto il Covid-19. Che alla fine non sono certo pochi: circa 3.300 soggetti infettati. Chi lavora in terapia intensiva e ha 30 anni di esperienza guadagna 1.800 euro al mese. Tutti gli altri ovviamente molto meno. Ed è qui che monta la rabbia, verso tutti, indistintamente. Nel mirino finiscono la Regione, il governo, il ministero. Nessuno escluso. Nella giornata di ieri, mercoledì 20 maggio, sono scesi in piazza Castello a Torino i dipendenti della sanità del sindacato Nursind. Mentre lo scorso 30 aprile era toccato a medici e infermieri dell’ospedale le Molinette scendere nel cortile della struttura ospedaliera e rimanere in silenzio. Per manifestare contro la mancanza di mascherine, i turni di lavoro massacranti, la paura di contagiarsi. Durante il flash-mob di ieri gli infermieri si sono messi le catene ai polsi e si sono sdraiati per terra con cartelli dalle scritte eloquenti.

Francesco Coppolella, segretario del sindacato ha detto: “Ci hanno trasformati negli untori degli ospedali. Hanno abolito la quarantena preventiva e ci hanno rispediti in corsia”. Adesso avranno una pizza e una birra come ringraziamento al loro duro lavoro.

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