Cronache

Ragazzo torturato e ridotto in fin di vita dai pusher marocchini

Il 25enne è stato trovato nudo, con le braccia spezzate nei boschi del Varesotto. I torturatori, tre pusher marocchini irregolari, sono stati arrestati. Tra le loro vittime anche un 40enne italiano

I carabinieri di Signa (foto di repertorio)
I carabinieri di Signa (foto di repertorio)

Lo avevano torturato al punto da ridurlo in fin di vita. Quando i carabinieri di Luino (Varese) lo hanno tratto in salvo nei boschi della Valcuvia (Alto Varesotto), il 25enne di origini nordafricane aveva le braccia spezzate, i segni delle frustate sulla schiena e anche un orecchio amputato. A infliggergli le atroci punizioni sarebbero stati tre pusher marocchini facenti parte della "Cupola della droga", un'organizzazione criminale operativa nella vasta area boschiva del Varesotto. I tre "boss" sono stati tutti arrestati e ora dovranno rispondere dei reati di detenzione ai fini di spaccio e tortura.

La "Cupola della droga"

L'orrore è emerso grazie a un'indagine condotta dai militari dell'Arma, partita a inizio luglio, che ha permesso di stanare i "boss" nordafricani in capo alla "Cupola della droga". Un meccanismo di soldi e violenza in cui, a rimetterci letteralmente la pelle, erano gli ex tossicodipendenti (sia stranieri sia italiani) asserviti agli spacciatori marocchini per qualche misero grammo di droga. I torturatori, tutti irregolari sul suolo italiano, infliggevano ai sottomessi delle punizioni corporali in caso di "lavoro" mal svolto e a ogni eventuale tentativo di ribellione. Proprio come è successo al 25enne straniero che, qualche settimana fa, è stato salvato dai carabinieri di Luino. La vittima, ritrovata senza vestiti e quasi esanime tra i boschi della Valcuvia, è stata trasportata nel vicino ospedale e sottoposta alle cure mediche. È scampato alla morte per un pelo.

L'arresto

Stando a quanto riporta il Corriere.it, tra gli asserviti ci sarebbe stato anche un 40enne italiano. L'uomo si era sempre prestato a fare da autista ai suoi aguzzini in cambio di qualche grammo. Ma poi, un giorno, deve avre infranto le "regole". E così, i tre marocchini hanno deciso di punirlo legandolo a un albero e frustandolo senza alcuna pietà. Quando è stato liberato, il 40enne ha dovuto ricorrere alle cure mediche, circostanza che ha permesso ai carabinieri di Luino, diretti dal capitano Alessandro Volipini, di mettersi sulle tracce dei malviventi. I tre "boss" sono stati intercettati in un nascondiglio isolato nella provincia di Pavese.

Agli indagati, finiti in manette durante un blitz dei militari dell'Arma, sono stati contestati i reati di detenzione ai fini dello spaccio di stupefacenti e tortura.

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