Dal ratto delle Sabine all'orda dei ratti

Il sito archeologico "Crustumerium" ridotto a discarica

Dal ratto delle Sabine all'orda dei ratti

Roma - Almeno l'Isis usa il tritolo, per farla finita con i siti archeologici più interessanti. Un grande bum e festa finita. A Roma, invece, si sceglie un esplosivo mix d'incuria, incapacità e degrado, per azzerare la Grande Bellezza che pure cinge d'ogni dove la Città Eterna. Prendiamo il «Crustumerium», insediamento unico al mondo nel cuore della Valle del Tevere, in un'area in cui secondo alcune ricostruzioni le belle Sabine furono rapite dal fondatore Romolo, desideroso di popolare la sua città neonata. Un'area così preziosa, inserita nella riserva naturale della Marcigliana, tra i chilometri 16 e 18 della via Salaria, da venir acquistata dallo Stato, che nel 1998, per poco meno di 2 miliardi e 400 milioni di lire esercitò il diritto di prelazione si è aggiudicato i 60 ettari già facenti parte della tenuta di caccia del duca Massimiliano Grazioli, rapito nel '77 e mai più ritrovato.

Una spesa che faceva sperare in una futura valorizzazione, nel nome di un evento leggendario come il «ratto delle Sabine». Nelle intenzioni infatti, l'area doveva diventare un parco archeologico di sicuro impatto, un luogo magico che poteva attirare i numerosi turisti innamorati delle vestigia descritte da Plinio il Vecchio: in fin dei conti, è qui che i Galli nudi e urlanti gridarono «Guai ai vinti!», nella battaglia dell'Allia che aprì loro le porte dell'Urbe. A vent'anni da quell'esproprio, di fatto, il «Crustumerium» e tutta l'area intorno alla Bufalotta edificata da Caltagirone assiste soltanto al viavai di uomini in cerca di altri uomini per appartarsi nei boschetti circostanti. E pensare che, a presidiare l'area e i suoi scavi sottoterra, dovevano provvedere i ferrovieri in pensione, quelli appassionati di archeologia. «Esistevano molti progetti, da parte dell'ente Roma Natura, ma siamo amministrati da gente con l'encefalogramma piatto. Si poteva creare una pista ciclabile, ma il nostro sindaco, culo di pietra che non gira mai e prende la bicicletta per farsi vedere, sarà anche pulito, però non è lungimirante - dice Oreste Rutigliano, consigliere nazionale di Italia Nostra- eppure, la via della Marcigliana, una strada poderale dei primi del Novecento, si snoda tra panorami mozzafiato, cinquemila ettari di campagna assoluta, 80 volte Villa Borghese, una meravigliosa vista sul Terminillo». Ma come si fa a portare la gente in posti simili, se sono soffocati da materiali di scarto dei cantieri edili, frigoriferi e molto altro ancora? Così come si presenta, il «Crustumerium» sembra votato all'Eternit, più che all'eternità.

Impedite le visite turistiche reali, non restano che quelle virtuali. Neanche quelle merito di Roma: l'olandese Groningen Institute of Archeology ha messo in piedi un sito con visite virtuali in 3D per esplorare gli scavi.

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