Coronavirus

Tre Regioni restano rosse. Ma 11 hanno numeri da zona gialla

Restano rosse la Puglia, la Sardegna e la Valle d’Aosta. Passa invece al colore arancione la Campania

Tre Regioni restano rosse. Ma 11 hanno numeri da zona gialla

Tre regioni (la Valle d'Aosta, la Puglia e la Sardegna) ancora in rosso, la Campania che virerebbe da rosso ad arancione, raggiungendo tutte le altre regioni, anche se tredici sarebbero già da giallo. Fascia, quest'ultima, che il governo ha temporaneamente cancellato per frenare la diffusione del coronavirus. È questa, a quanto apprende l'agenzia Agi, la nuova cartina dell'Italia secondo l'orientamento della cabina di regia del ministero della Salute sulla base dei dati dell'ultima settimana. Nel pomeriggio, se non cambia nulla all'ultimo minuto, Roberto Speranza confermerà questa linea firmando le ordinanze che entreranno in vigore da lunedì prossimo.

I nuovi colori dell'Italia

Come riportato dall'agenzia Agi, la Puglia e la Val d'Aosta rimangono in rosso per l'alta incidenza, superiore alla soglia dei 250 casi settimanali su centomila abitanti, mentre la Sardegna deve aspettare almeno un'altra settimana con un Rt sotto quota 1,25. Obiettivo già raggiunto dalla Campania, che aspira alla zona arancione, con Rt e incidenza tornati (non di molto) sotto soglia. Valori da potenziale zona gialla, invece, per Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento, Umbria e Veneto, che dovranno comunque aspettare le decisioni governative delle prossime settimane su un eventuale ripristino della fascia di rischio più basso.

Abolita la zona gialla nonostante i dati

Come già contenuto nel decreto aprile, nessuna regione potrà passare in fascia gialla. Nonostante alcune abbiano i numeri per poterlo fare. Sono infatti tante le regioni che mostrano una bassa incidenza di contagio, ben sotto la soglia dei 250 casi per 100mila abitanti, e anche una buona situazione per quanto riguarda le strutture ospedaliere e i letti occupati. Secondo quanto deciso dal governo, nessuna potrà però passare in fascia gialla, per il momento abolita, rimanendo così in quella arancione, con i bar e i ristoranti chiusi e limitazioni negli spostamenti. In arancione resta infatti la regola di non poter uscire dai propri confini comunali.

Riaperture rimandate a maggio

Ormai alcune regioni che hanno dati buoni possono sperare di vedere qualche riapertura per il mese prossimo, sempre che i dati restino positivi. Tra queste ci sono la Lombardia, il Lazio, la Liguria, il Veneto, il Piemonte, l’Abruzzo, l’Emilia Romagna, le Marche, il Molise e l’Umbria, oltre alle province di Trento e Bolzano. Anche la Calabria mostra dati buoni ma la campagna vaccinale in questa regione è ancora molto indietro e i nuovi parametri vanno quindi a penalizzarla.

Le regioni arancioni

Colorate di arancione troviamo l'Abruzzo, la Basilicata, la Calabria, l’Emilia Romagna, il Friuli Venezia Giulia, il Lazio, la Lombardia, la Liguria, le Marche, il Molise, il Piemonte, la Sicilia, la Toscana, l’Umbria e il Veneto. Oltre alle Province autonome di Bolzano e Trento. A queste si aggiungerà da lunedì prossimo anche la Campania che ha migliorato sia il suo indice di replicazione che l'incidenza settimanale per 100mila abitanti (238 casi).

E quelle rosse

In zona rossa troveremo invece la Puglia, la Sardegna e la Valle d’Aosta. Per quanto riguarda la Sardegna, si ritrova nella fascia di maggior rischio a causa del valore dell’Rt, dato che l'incidenza in questo caso è 160, ben lontano comunque da quel valore sotto 50 che l’aveva messa in zona bianca.

Incidenza in calo

In Italia l'incidenza è in calo. Infatti è passata da 185 a 182 casi settimanali per 100mila abitanti. Questo è il dato emerso dalla bozza del report settimanale di monitoraggio Iss-ministero della Salute. Come si legge nel report: "L'incidenza è in lieve calo ma resta elevata e ancora ben lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell'identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti".

Intensive in calo ma 14 regioni sopra la soglia

Rimane invece ancora alto il numero di Regioni che hanno un tasso di occupazione dei letti nei reparti di terapia intensiva sopra la soglia critica. Sono ben 14 regioni, contro le 15 della scorsa settimana. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è sopra la soglia critica (39%), anche se il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 3.743 a 3.526. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è sopra la soglia critica (41%) ma comunque risulta essere in diminuzione. Il numero di persone ricoverate in queste aree è passato da 29.337 a 26.952.

Fedriga: "Serve essere collaborativi"

Massimiliano Fedriga, presidente della conferenza delle Regioni, ha parlato delle riaperture sottolineando che lo scopo delle regioni “non è sfidare il governo ma essere collaborativi affinché le istituzioni siano unite". Per quanto riguarda la guerra contro il Covid ha aggiunto che non viene vinta da una istituzione , ma devono essere invece le istituzioni a muoversi insieme alla comunità e adottare misure che siano attuabili. “In questo momento, il Paese vive una forte tensione sociale e rischiamo che se le istituzioni non si riallineano con i cittadini il problema diventi non soltanto quello delle attività economiche e lavorative ma ciò che mi preoccupa è il rispetto delle regole che rischiano a quel punto di far saltare la tenuta della lotta alla pandemia", ha spiegato Fedriga che ha quindi aggiunto come forse sarebbe meglio avere regole forti che vengono però rispettate, piuttosto che divieti che invece non vengono rispettati dai cittadini. Il presidente ha tenuto a dire che volutamente non sono state indicate, né suggerite, date per le riaperture perché è il governo che dovrà fare le dovute scelte.

L’unica richiesta delle Regioni è stata quella di favorire in via sperimentale le attività che si possono svolgere all'aperto.

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