Coronavirus

Stanze separate e pochi piatti Ecco il "folle" cenone di Natale

Come organizzare un pranzo di Natale in sicurezza? "Posate usa e getta e niente buffet. Meglio fare aperitivi lunghi"

Stanze separate e pochi piatti Ecco il "folle" cenone di Natale

Se fino al 2019, quando del virus sapevamo poco a nulla, il pranzo di Natale era l'occasione per radunare zii, prozii, cugini e nipoti di secondi grado, quest'anno non sarà così. Il nuovo Decreto Natale prevede, infatti, che si possano ricevere a casa non più di 2 persone nei giorni in cui l'Italia sarà zona rossa. Ma come bisognerà comportarsi a tavola? "Meglio evitare che tutti tocchino con le mani la stessa pietanza preferendo, in alternativa ai classici panettoni gastronomici, cibi monoporzione e posate usa e getta", suggeriscono gli esperti. Ma vediamo nel dettaglio quali potrebbero essere le misure da adottare per un "pranzo o cenone in sicurezza".

Tavoli moltiplicati

Dimenticate le lunghe tavole imbandite dove ci si siede tutti vicino. Quest'anno, la distanza è d'obbligo. "In generale, resta sconsigliabile immaginare pranzi e cene con gli anziani", spiega la dottoressa Sara Gandini dello Ieo di Milano al Corriere della Sera. "Capisco la dimensione umana, ma da epidemiologa osservo che credere che la mascherina basti a salvaguardarci è una falsa sicurezza. È utile, ma unita a altre misure, soprattutto al mantenimento delle distanze fisiche: mettere tante persone insieme in una stanza significa far accumulare carica virale. Arieggiare spesso è indispensabile, ma siamo in inverno e neanche possiamo farci venire la polmonite. Ovviamente, la mascherina va tolta solo nei momenti in cui si mangia e si beve, poi va indossata. E a tavola, senza mascherina, un metro di distanza non è sufficiente". Un’idea, come suggerisce la giornalista Candida Movillo, è separare gli ospiti per stanze: si possono sistemare tavolini di fortuna, individuali, per coppie o per nuclei familiari, in stanze comunicanti. "Magari un tavolino rubato al balcone si può spostare nel corridoio che affaccia sulla sala da pranzo. - scrive la giornalista -In questo modo, nel momento più delicato, quello in cui si mangia e si sta senza mascherina, i non conviventi restano separati".

Il tampone

Tampone sì, tampone no. È il dubbio che attanaglia migliaia di italiani in procinto di far visita ai nonni per i consuetudinari auguri di Natale. Occorrerà accertarsi di non aver contratto il Covid prima di recarsi a casa dei parenti anziani? "Anzitutto, bisogna capire che tampone, quelli rapidi sono meno affidabili dei molecolari, - spiega la dottoressa Gandini - che però hanno una tempistica più lunga e, con i tamponi, il fattore-tempo è tutto: l’esito negativo non significa che il virus non sia in incubazione e prossimo a svilupparsi, o che non ci si contagi subito dopo l’esame. In tutti i casi in cui non sarà possibile esprimere affetto e vicinanza in presenza, dobbiamo pensare che i vaccini sono vicini e che, proteggendo adesso i nostri cari più fragili, potremo recuperare presto i sacrifici di queste feste".

Aperitivi e buffet

Alla luce dei dubbi espressi sinora, e delle rigorose misure da osservare, in che modo si potrà ovviare al mega pranzo di Natale? L'idea, suggerita dalla cuoca-star Benedetta Parodi, è quella di preferire "aperitivi lunghi" ai classici buffet. "Il cenone allargato fa paura, ma tutti quelli che chiamano ci tengono almeno salvare un pranzo. Specie le famiglie in cui i nonni già badano ai nipotini durante la settimana, mentre i genitori lavorano". Il consiglio è quello di scampare il coprifuoco con cene che finiscono entro le 21,30: "Bisogna evitare il buffet dove tutti toccano le posate di servizio e rinunciare ai panettoni gastronomici, bellissimi da vedere, ma pericolosi da scomporre. La padrona di casa può servire, invece, piattini singoli con salame, focacce, tartine, crostini al patè. E deve fare attenzione che tutti siano distanziati, disponendo le sedute lontane le une dalle altre".

Portate ridotte e tovaglioli di carta

Dimenticate i sontuosi menù delle feste: richiedono una prolungata presenza al tavolo senza mascherina e la moltiplicazione delle portate comporta un continuo viavai di vassoi da portata che toccano tutti. La raccomandazione di Benedetta è "servire al massimo due portate e che lo faccia la padrona di casa in persona, per evitare che in troppi tocchino i piatti". Meglio separare i tavoli e, laddove non è possibile, stare con la seduta a un metro di distanza gli uni dagli altri. I posti vuoti, suggerisce la Parodi "si possono apparecchiare con una decorazione natalizia. Per quest’anno, si possono usare piatti o bicchieri monouso e tovaglioli di carta, magari con una fantasia in tema, magari rosso, oro o verde. E, visto che non ci si può abbracciare e i sorrisi con la mascherina non si vedono, i bambini possono scrivere un bigliettino di auguri affettuosi da mettere accanto al piatto di ogni commensale".

Insomma, un Natale decisamente atipico ma che, con un pizzico di ingegno, potrà essere salvato.

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