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La retromarcia di Beppe ispirata da Oriana

Nel 2005 Oriana contattò Beppe per elogiare le sue critiche alla fecondazione artificiale. La posizione di oggi ricalca il pensiero della scrittrice, contraria alle adozioni gay

La retromarcia di Beppe ispirata da Oriana

Bisogna dare a Grillo quello che è di Grillo. Stavolta, dettando sul suo blog il diritto alla libertà di coscienza dei suoi senatori sulla legge Cirinnà, non ha scelto la tattica di potere alla Ncd, ma la libertà di coscienza per se stesso. Un sussulto esistenziale, come quelli che arricchiscono il suo spettacolo Grillo contro Grillo. Ha vinto il Grillo giusto, quello fedele a se stesso e a quei moti di ribellione rispetto al pensiero unico che suscitò la stima profonda (e da lui corrisposta) di Oriana Fallaci.Un giorno del 2005, la Fallaci mi telefonò dall'America. Temevo di aver scritto qualcosa che l'avesse fatta infuriare, inducendola a berciarmi contro le più orribili cose. Invece no. Aveva letto alcune cose di Grillo contro le fecondazioni assistite, sulla necessità per i piccoli di avere il padre e la madre. Il comico genovese si era espresso contro il desiderio di aver figli a qualunque costo, anche privandoli del tepore della pancia della loro madre.Mi chiese di fungere da suo ambasciatore telefonico con Beppe Grillo, per riferirgli, mi dettò esattamente le parole, che «la Fallaci condivide le sue posizioni contro la scienza onnipotente e la fecondazione artificiale, mentre non capisce come una persona onesta e intelligente come lei possa parlar bene del sindaco di Firenze. La prossima volta che passava dall'Italia forse si potevano parlare tre minuti e gli avrebbe fatto cambiare idea». Grillo, meravigliato, mi rispose: «Dica grazie alla signora Fallaci. Grazie».Lasciamo perdere il sindaco di Firenze (non era comunque Renzi). Riferii la risposta di Grillo alla «signora Fallaci», dicendole che l'aveva chiamata proprio così e a lei questo piacque molto.Ecco che cosa aveva scritto Grillo, ma erano concetti già espressi in interviste: «La scienza è un metodo, non una morale. Con metodi perfettamente scientifici sì può perseguire un obiettivo perfettamente immorale... La procreazione sta diventando sempre più un business, con specialisti, tecnologie e capitali crescenti... L'identità di ognuno di noi comincia nei pochi secondi in cui si uniscono il gamete femminile e quello maschile, non dopo. Lo dice la scienza, non la religione. A me inquieta che nella storia di qualcuno di noi, uno abbia passato qualche anno a meno 200° nell'azoto liquido. Dicono che non fa danno. Ma lo dicevano anche di tutte le cose poi scoperte dannose. La vita è un fenomeno tiepido, che si sviluppa su un pianeta tiepido. La vita umana si sviluppa in una pancia tiepida».Il riferimento al business della scienza immorale e alla «pancia tiepida» di una madre era molto fallaciano. Risentiva perfettamente di un testo di Oriana scritto alcuni mesi prima. E la stima straordinaria per Grillo da parte di Oriana è documentata dal fatto che non mi chiese di rinfacciargli il «plagio». Del resto, Grillo aveva scritto anche «Una lettera a un bambino non nato», citando per stima il titolo di un libro di Oriana.Quando morì, Beppe ne scrisse l'elogio, suscitando l'ira dei compañeros. «Oriana ci mancherai. Morta Oriana Fallaci quanti giornalisti liberi di nazionalità italiana rimangono in giro? La Fallaci ha scritto cose che non condividevo e altre su cui ero d'accordo. Ma si è presa sempre dei rischi. Diceva la sua verità, ci metteva la sua faccia. Lascia, più che un vuoto, un baratro nel giornalismo italiano». Aggiunse: ora ci restano solo «i fighetti del giornalismo» e fece i nomi di Riotta, Severgnini e Mentana. (16 settembre 2006).Chissà da quanto tempo Oriana Fallaci stava in agguato nelle notti di Grillo. Ecco uno stralcio di una pagina che tutti dovrebbero rileggere: «Io, quando parlano di adozioni gay, mi sento derubata nel mio ventre di donna. Anche se non ho bambini mi sento usata, sfruttata, come una mucca che partorisce vitelli destinati al mattatoio. E nell'immagine di due uomini o di due donne che col neonato in mezzo recitano la commedia di Maria Vergine e San Giuseppe vedo qualcosa di mostruosamente sbagliato. Qualcosa che mi offende, anzi mi umilia come donna, come mamma mancata, mamma sfortunata. E come cittadina. Sicché, offesa e umiliata, dico: mi indigna il silenzio, l'ipocrisia, la vigliaccheria che circonda questa faccenda. Mi infuria la gente che tace, che ha paura di parlarne, di dire la verità. E la verità è che le leggi dello Stato non possono ignorare le leggi della Natura. Non possono falsare con l'ambiguità delle parole genitori e coniugi le Leggi della Vita».Ancora la Fallaci: «Lo Stato non può consegnare un bambino, cioè una creatura indifesa e ignara, a genitori coi quali egli vivrà credendo che si nasce da due babbi o due mamme non da un babbo e una mamma. E a chi ricatta con la storia dei bambini senza cibo o senza casa (storia che oltretutto non regge in quanto la nostra società abbonda di coppie normali e pronte ad adottarli) rispondo: un bambino non è un cane o un gatto da nutrire e basta, alloggiare e basta. È un essere umano, un cittadino, con diritti inalienabili. Ben più inalienabili dei diritti, o presunti diritt, di due omosessuali con le smanie materne o paterne. E il primo di questi diritti è sapere come si nasce sul nostro pianeta, come funziona la Vita nella nostra specie. Cosa più che possibile con una madre senza marito. Del tutto impossibile con due genitori del medesimo sesso». (Oriana Fallaci intervista se stessa - L'Apocalisse; 2004).Sarebbe il caso che qualcuno provasse razionalmente a rispondere, se è capace. Fa' un passo oltre, Beppe.

Dà ragione a Oriana, e manda al diavolo la banda di opportunisti che ti succhia i voti.

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