"Ribellione civile". Così Velardi lascia la Luiss

Dopo anni di insegnamento nei Master dell'università, Velardi ha deciso di lasciare l'ateneo con un annuncio polemico. Cosa c'è dietro la sua scelta

"Ribellione civile". Così Velardi lascia la Luiss

Il fenomeno "Orsini" è esploso in tutta la sua potenza poco dopo l'invasione russa in Ucraina, quando il professore dell'università Luiss ha iniziato il suo infinito pellegrinaggio televisivo per spiegare le sue tesi non allineate sul conflitto. Alessandro Orsini si pone su un gradino superiore rispetto ai suoi interlocutori, li sferza con la ripetizione incessante di intercalari, non risponde alle domande ma punta alla retorica spicciola e tenta di innervosirli, perché per lui ogni confronto è come una gara di dialettica dalla quale deve uscire vincitore. Le sue esternazioni televisive sono sempre più provocatorie, quasi a voler di volta in volta alzare un'ipotetica asticella, e questo esaspera il dibattito attorno alla sua figura, che secondo molti sarebbe filo-putiniana, ma anche attorno all'università Luiss, che lui in quanto docente ordinario rappresenta.

Le sue posizioni sulla guerra in Ucraina movimentano anche la comunità scientifica alla quale Alessandro Orsini appartiene e hanno spinto alcuni suoi colleghi a prendere le distanze da un certo tipo di comunicazione da lui portata avanti nelle ultime settimane. Ma nelle ultime ore c'è un altro professore della Luiss che sta facendo parlare di sé. È Claudio Velardi, giornalista, già capo dello staff di Massimo D'Alema durante il suo periodo a Palazzo Chigi. Velardi da tempo insegna in un master presso l'università Luiss ma in un tweet ha espresso la sua intenzione di lasciare l'incarico. "Da molti anni insegno in un master Luiss, vergognandomene un po' perché non mi sento mai all’altezza, ma piuttosto fiero di essere parte di un network di qualità. Ho deciso di non farlo dal prossimo anno. È il momento di compiere qualche piccolo gesto di ribellione civile", ha scritto Claudio Velardi.

Come riporta l'agenzia Adnkronos, sebbene non esplicita, quella del docente sembra un'aperta "polemica con le posizioni di un altro docente della Luiss, Alessandro Orsini, sotto accusa per le sue posizioni sulla guerra in Ucraina e le sue critiche ad Unione Europea e Nato". L'annuncio di Claudio Velardi è arrivato all'indomani delle dichiarazioni del suo collega nel programma Accordi e disaccordi, durante il quale ha fatto un parallelismo discutibile tra l'attuale situazione e la Seconda guerra mondiale, spiegando che "non è scoppiata perché Hitler a un certo punto ha deciso deliberatamente di attaccare l'Inghilterra, la Francia, la Polonia e la Russia. Hitler non aveva nessuna intenzione di far scoppiare la guerra mondiale. È successo che i Paesi europei hanno creato delle alleanze militari, ognuno delle quali conteneva un articolo 5 della Nato, cioè un articolo che prevedeva, nel caso di attacco da parte di un Paese straniero, che tutti i membri della coalizione sarebbero entrati in guerra".

Contrastanti le reazioni alla decisione di Claudio Velardi. Molti i messaggi di supporto per l'azione intrapresa dal giornalista, appoggiata anche dal professore Nicola Giocoli dell'università di Pisa, secondo il quale "manda un messaggio chiaro ('o me o lui'), ma con un sacrificio personale che lo rende credibile molto più di generici appelli".

Anche l'avvocato cassazionista Ada Lucia De Cesaris ha supportato Velardi, sottolineando che "qualche scelta bisognerà pur farla" in risposta ali dubbi di Gianni Riotta. "Un errore amico mio", ha scritto il giornalista.

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