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Ricordo dunque sono

Da Wikipedia
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Si rianima Sutri, uscendo da un atavico isolamento, non solo con l'apertura del museo di palazzo Doebbing ma con il ricordo e l'onore a illustri italiani che sembrano restare chiusi, quando va bene, nelle aule scolastiche. L'idea di intitolare loro strade stabilisce un collegamento tra la città e la scuola, nell'auspicio che Roberto D'Agostino e Giulio Giorello hanno espresso nella loro laudatio, rispettivamente su Federico Zeri e Benedetto Croce. Dai banchi e dai libri sono piovuti nelle strade Pier Paolo Pasolini, Vito Volterra, Cesare Pavese, Leonardo Sciascia. Targhe gentili ne ricordano l'opera nelle belle passeggiate intorno alla necropoli e a Villa Savorelli. «A egregie cose il forte animo accendono l'urne dei forti, o Pindemonte». I versi dei Sepolcri di Ugo Foscolo danno il senso a questa iniziativa di orgoglio e identità. Il ricordo è segno di civiltà. Poco lontano da Sutri la casa di Zeri, a Mentana, era stata meta di pellegrinaggi. Poi, proprio quelli che gli stavano più vicini, come la perfida e ambiziosa Anna Ottani Cavina, lo hanno tradito, svuotando quella casa.

L'omaggio di Sutri serve a riavvicinarlo a luoghi che ha disperatamente amato, con un pathos paragonabile soltanto a quello di Pier Paolo Pasolini.

Oggi toccherà ad altri amici, più lontani: a Giovanni Testori, grande lombardo, grande cattolico, e a Gesualdo Bufalino, siciliano che ha reso più saporita e profumata la lingua italiana. Mi accorgo che quegli spiriti dialogano oggi a Sutri e sono presenze nel nostro cuore e nella nostra memoria.

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