Rifugio a Sirmione

Rifugio a Sirmione

Tra i luoghi più belli del mondo, specchiata sul lago di Garda, vi è la città di Sirmione, a molti nota per le parole, come pensate per una donna amata, di Catullo: «Sirmione, perla delle penisole e delle isole, di tutte quante, sulla distesa di un lago trasparente o del mare senza confini... con quale piacere, con quale gioia torno a rivederti; a stento mi persuado di poterti guardare in tutta pace. Ma c'è cosa più felice dell'essersi liberato dagli affanni, quando la mente depone il fardello e stanchi di un viaggio in straniere regioni siamo tornati al nostro focolare e ci stendiamo nel letto desiderato? Questa, in cambio di tante fatiche, è l'unica soddisfazione. Salve, amabile Sirmione, festeggia il padrone, e voi, onde del lago di Lidia, festeggiatelo: voglio da voi uno scroscio di risate, di tutte le risate che avete». Una lunga penisola, per Carducci il «fiore delle penisole», si spinge all'interno del lago per prenderne tutta la luce e trasfigurare le pietre in una sostanza immateriale, onirica. Arrivare a Sirmione, attraversare il ponte verso il castello, significa entrare in un'altra dimensione, varcare la soglia del sogno.

Tra i suoi monumenti, dalla Rocca scaligera alle Grotte di Catullo, alla chiesa di San Pietro in Mavino, vi è anche la più integra darsena medievale fortificata esistente, con le merlature a punta di lancia per il rifugio delle flotte. Nell'aria si sente ancora la voce di Maria Callas che qui ha vissuto. Forse è giusto cercare a Sirmione il luogo del compimento della nostalgia, dove mia madre ha passato giornate indimenticate.

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