Cronache

A rischio il posto di lavoro, operai salgono sui tetti dell’ospedale Cardarelli di Napoli e minacciano il suicidio

Protestano i dipendenti della lavanderia industriale “American Laundry”, che ha perso le commesse nei nosocomi campani dopo l’interdittiva antimafia della Dda. I lavoratori sono stati ricevuti dal Prefetto

A rischio il posto di lavoro, operai salgono sui tetti dell’ospedale Cardarelli di Napoli e minacciano il suicidio

Al grido “il lavoro non si tocca”, gli operai della lavanderia industriale “American Laundry”, questa mattina, sono saliti sui tetti dell’ospedale Cardarelli di Napoli minacciando il suicidio qualora fossero confermati i licenziamenti da parte dell’azienda che opera nei più importanti nosocomi campani. Oltre al Cardarelli, la lavanderia serve, nella città partenopea, il Pascale, il Santobono, il Pausilipon e, a Benevento, il Rummo.

I lavoratori rischiano il licenziamento a causa di un’interdittiva antimafia. La società “American Laundry” è oggetto delle indagini della Dda di Napoli per infiltrazioni di clan camorristici, che avevano fiutato la possibilità di mettere in piedi un business milionario nel settore sanitario. In seguito al provvedimento della Prefettura l’azienda ha perso le commesse e quindi sarà costretta a chiudere. A farne le spese sono i circa 300 dipendenti, che rischiano il posto. La società non sarebbe vincitrice legittima di gare d’appalto e al suo posto è entrata una terza azienda di Isernia, che ha il certificato antimafia in regola.

Gli operai, però, non ci stanno e sono pronti ad ogni azione pur di evitare di perdere il lavoro. Stamattina ci sono stati attimi di tensione quando sul posto sono giunte le forze dell’ordine, ma alla fine i dipendenti della lavanderia hanno accettato di scendere dai tetti dell’ospedale per recarsi, in delegazione, in Prefettura.

“Non ci interessa discutere dei problemi giudiziari della nostra azienda – hanno affermato a caldo i lavoratori – ma vogliamo solo rivendicare il diritto a lavorare. Le colpe non sono da addebitare a noi, abbiamo sempre fatto il nostro dovere scrupolosamente e ora siamo senza uno stipendio.

Ci appelliamo al Prefetto, affinché si possa trovare una soluzione per non mandare centinaia di famiglie sul lastrico”.

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