I fratelli Cottone rilevarono il ristorante nel 1997 con "annesso pagamento del pizzo" che è durato per venti anni e che ha visto l'avvicendarsi di circa undici esattori differenti
Il ristorante "La Braceria", si apprende dal Giornale di Sicilia, ha versato nelle cosche delle famiglie malavitosi 20 anni di pizzo, inizialmente in lire (circa 6 milioni di lire l'anno) e successivamente la conversione in euro che è diventata intorno ai 6mila. Ora però sono liberi, i fratelli Cottone nel 2016 sono riusciti attraverso una stretta collaborazione con le forze dell'ordine, a far arrestare anche gli ultimi esattori. Durante tutti questi anni la famiglia dei Cottone ha avuto a che fare con circa 11 esattori differenti; per ognuno che veniva arrestato ne arrivava un altro, come dei veri e propri funghi che comparivano all'interno del locale dal nulla e, senza presentarsi o senza tanti convenevoli paravano la mano e chiedevano il pagamento.
"Questa cosa non finirà mai", aveva dichiarato qualche tempo fa proprio uno degli affiliati che passava per riscuotere. E i fratelli pagavano, regolarmente come avvenuto per circa vent'anni.
Gli ultimi anni, complice anche la crisi economica, hanno dato coraggio ai fratelli
Cottone che hanno denunciato le mafie e sono stati tra i principali protagonisti dell'operazione soprannominata "Talea 2", in cui sono finiti in manette alcuni affiliati che richiedevano il pizzo alle attività nel palermitano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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