È nata nei piccoli Comuni italiani, la rivoluzione silenziosa contro quella che si potrebbe definire la «tassa Mattarella», legata al pagamento della fotografia istituzionale del capo dello Stato che, per prassi, viene appesa alle pareti. E così, se il costo è troppo alto per delle casse comunali tendenti al rosso, molti sindaci hanno preferito tenersi l'effigie del suo predecessore, ossia Giorgio Napolitano. In tempi di spending review , le uscite di denaro sono vagliate e bilanciate fino all'ultimo centesimo e così può accadere che nella morsa della cinghia tirata fino all'osso per risparmiare, cadano anche quegli acquisti considerati di routine, ai quali prima non si badava affatto.
A giocare contro l'immagine incorniciata del presidente Sergio Mattarella, in realtà, sono anche la disinformazione e l'iter da seguire. Come spiega il sindaco di un piccolo comune pugliese che preferisce rimanere nell'anonimato: «Sono trascorsi quasi dieci anni dall'ultima volta che abbiano cambiato la fotografia, non ci ricordavamo più quale fosse la prassi prescritta per richiederne una nuova, anzi non sapevo proprio che per averla bisognasse ordinarla e così nella Sala del Consiglio abbiamo ancora Napolitano».
E sì, perché capita anche questo: non tutte le segreterie comunali si sono ricordate di ordinare la fotografia di Mattarella, dando per scontato che sarebbe arrivata da sola. Si è imbattuto in una situazione particolare Flavio Secco, giovane sindaco di Brondello, 300 anime nelle Valli Saluzzesi in Piemonte che ha cercato, per risparmiare, di realizzare una «foto fai da te» del nuovo capo dello Stato: «Ho pensato di scaricare una fotografia da un sito internet, per poi inserirla in una bella cornice che mi ha regalato un mio amico, ma mi hanno detto che è vietato, perché l'immagine del presidente Mattarella da appendere alla parete deve essere quella ufficiale, realizzata dal Poligrafico dello Stato. Ho scoperto che non è obbligatorio per un Comune avere la foto del capo dello Stato ma se la vogliamo deve essere quella certificata, non una copia. Decido quindi di passare per le vie canoniche - prosegue Secco - e così scopro che la foto regolare ed istituzionale ha un costo sulla trentina di euro: 28 più Iva, per essere precisi, e credo che non ci sia neppure la cornice. Una spesa che di questi tempi avrei evitato volentieri».
In realtà il sindaco di Brondello, è vittima - come molti altri suoi colleghi italiani - non solo della «tassa Mattarella» ma anche di una disinformazione che lascia stupiti, a maggior ragione in questo periodo in cui gli enti pubblici mettono in campo ogni strategia per risparmiare. La fotografia del capo dello Stato è in vendita dal Poligrafico dello Stato ad un prezzo di 4,88 euro più le spese postali che si aggirano sui 5 euro e in dieci giorni viene recapitata all'indirizzo voluto. Molti Comuni italiani, invece, hanno speso fino a 30 euro perché per l'ordine e l'acquisto si sono rivolti alla ditta che già li rifornisce del materiale di cancelleria e il prezzo è così lievitato fino a sei volte di più. Altri enti pubblici, come le scuole, hanno estirpato il problema alla radice e, archiviato Napolitano, hanno preferito lasciare il buco alla parete e non appendere più nulla. E questo non perché Re Giorgio è insostituibile ma perché anche il prezzo più stracciato di 10 euro per la foto di Mattarella, è considerato eccessivo.
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