
Un curioso ritrovamento arricchisce la centenaria storia di Cirio, uno dei marchi alimentari più antichi del nostro paese, fondato nel 1856 a Torino e oggi di proprietà del gruppo cooperativo Conserve Italia. Alcuni ricercatori dell’Istituto archeologico di Vienna, lavorando in due villaggi abbandonati situati nella regione egiziana della Nubia, hanno ritrovato due barattoli di latta con marchio Cirio, databili intorno al 1923, che contenevano rispettivamente estratto di pomodoro e concentrato di carne.
I due villaggi, la cui edificazione è datata intorno al 1895, furono completamente abbandonati negli anni Trenta quando la zona fu colpita da un'inondazione dovuta alla rottura della diga situata vicino Assuan. Il luogo esatto del ritrovamento è una località chiamata Shellal, dove si trovava l’ultima fermata di una linea ferroviaria minore costruita dagli inglesi nel 1884 e utilizzata per spostamenti militari, dalla quale i soldati proseguivano poi verso sud, utilizzando una barca a vapore.
L’azienda Cirio era in quegli anni fornitrice ufficiale dell’esercito italiano, che nel ventennio fascista fu impegnato in azioni militari e di colonizzazione nelle aree vicine dell’Eritrea e della Somalia. Le lattine dunque sono giunte in Egitto al seguito dei soldati. Del resto, va ricordato che anche nelle trincee della Prima guerra mondiale sono stati più volte ritrovate antiche scatole di latta, di marchi diversi.

La conservazione del cibo in scatola risale a oltre due secoli fa. Il governo di Parigi, durante le guerre napoleoniche, bandì un premio di 12mila franchi per colui che avesse proposto un metodo efficace ed economico per conservare grandi quantità di cibo, perché gli approvvigionamenti alimentari erano uno degli aspetti di maggior vulnerabilità degli eserciti: chi avesse escogitato un modo per nutrire le truppe regolarmente e con una qualità sufficiente e standardizzata, avrebbe avuto un'arma in più contro i nemici. Fu un cuoco e pasticcere di sessant'anni che nel 1809 si aggiudicò quel denaro: Nicolas Appert, nato a Chalon-en-champagne nel 1749, ebbe la sua intuizione constatando che il calore eliminava o rallentava i processi di decomposizione del cibo. E mise a punto il suo metodo di conservazione – che tuttora porta il suo nome - secondo il quale era necessario che un contenitore fosse sigillato ermeticamente e poi immerso nell'acqua bollente, per tempi variabili secondo il tipo di alimento.
Il presidente di
Conserve Italia Maurizio Gardini ha commentato: “Questo ritrovamento è un piccolo tassello di una grande storia che ricorderemo con una serie di iniziative il prossimo anno, per la ricorrenza dei 160 anni di vita del marchio”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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