Cronache

La rivolta della ragione dopo il sonno dei social

La rivolta della ragione dopo il sonno dei social

È incominciata una nuova rivolta, la rivolta della ragione. La nostra società è diventata incredibilmente complessa, si è mondializzata, gli stati e i governi si sono indeboliti, nessuno più controlla l'economia, in mano a fondi sovrani e non sovrani, mentre le informazioni passano nel web dove vengono controllate, gestite e manipolate da pochi motori di ricerca e social network. Ormai queste immense sovranazionali monopolizzano e indirizzano i desideri e i consumi di tutti gli esseri umani. Da qui un immiserimento economico, mentre peggiora la qualità dei prodotti, peggiorano i servizi e scompare l'alta cultura che pensa, progetta e agisce per il bene di tutti. Le gente si instupidisce sui social, ha disimparato a ragionare, segue come pecore gli impulsi emotivi del web e premia chi la imbroglia e promette cose impossibili. In questo modo andiamo tutti incontro a una catastrofe.

Ma sbaglia chi immagina che questo trend continuerà. E già iniziata le reazione. Le élites colte ormai vogliono uno Stato razionale, giusto, umano, che sappia porre un freno alla ottusità della burocrazia tanto nostra che europea, alle manovre devastanti del mercato finanziario, alle manipolazioni delle menti operate da Facebook, Google e dalla tv spazzatura. Si formano gruppi che vogliono tornare a pensare e ad agire, anche nel web, in modo razionale. Circola la parola sovranismo che ha due significati: uno di affermazione della razionalità dello stato nazionale rispetto alla stupida burocrazia di Bruxelles che impone a tutti norme demenziali; l'altro come bisogno di un potere sovrano che pone un limite alle potenze sovranazionali. Ma questo può farlo solo una superpotenza. Oggi, per dare un solo esempio, Google è tenuto a freno in Cina e non è entrato in Russia perché i russi hanno inventato un proprio motore di ricerca prima degli americani, con propri algoritmi e non hanno accettato di venir spiati in casa propria da nessuno.

In queste elezioni europee ci sarà la resa dei conti.

Non vogliamo più la asfissiante burocrazia di Bruxelles, ma dobbiamo riprendere il sogno iniziale di uno Stato federale che possa diventare una grande potenza per poter trattare alla pari con Usa, Russia, Cina, India e con gli altri mostri ecologici, finanziari e mediatici che ci minacciano.

Commenti