Roma, 15enne suicida per omofobia I compagni smentiscono la tesi

Un 15enne romano suicida per la "persecuzione" dei compagni? Loro smentiscono e scrivono: "Non era gay. Era innamorato di una ragazza"

Arcigay
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Additato come gay, deriso su Facebook, un quindicenne romano si toglie la vita in casa, davanti al fratello minore, non riuscendo più a sopportare la persecuzione e l'omofobia.

La Procura di Roma ha aperto un'inchiesta per indagare sulla vicenda che ha coinvolto un ragazzo della Capitale, per capire se davvero le cose siano andate come i media hanno scritto. In quel caso per i gestori della pagina Facebook da cui sarebbero arrivati gli insulti a sfondo omofobo potrebbe scattare anche un'accusa per istigazione al suicidio.

Ma sulla ricostruzione dei fatti i compagni di classe del ragazzo sollevano pià di un dubbio. In una lettera indirizzata ai direttori dei giornali, i ragazzi del liceo romano frequentato anche dal 15enne smentiscono completamente le accuse, sottolineando che il giovane suicida "non era omosessuale", piuttosto era "innamorato di una ragazza dall'inizio del liceo".

Mai nella scuola c'è stato un episodio di omofobia, scrivono i compagni di classe, che consegnano la lettera

all'onorevole Paola Concia e dicono di avere "sempre rispettato e stimato la personalità e l’originalità che erano il suo punto di forza", persino "lo smalto e i vestiti rosa, di cui andava fiero, erano il suo modo di esprimersi".

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