A leggere quanto c'era scritto sui cassonetti, sembrava che gli abiti raccolti dall'Ama dovessero essere utilizzati per fini umanitari. Peccato che poi, invece, quanto veniva recuperato finiva per essere utilizzato per fini commerciali. Una pratica che costerà piuttosto cara alla municipalizzara romana che si occupa della nettezza urbana.
Sì, perché l'autorità antitrust ha stabilito che si tratta di "pratiche commerciali scorrette" e comminato all'Ama una multa da 100mila euro, aggiungendone due, da 110mila euro (rispettivamente 100mila e 10mila) per due consorzi: Sol.co e Bastiani, il primo dei quali coinvolto anche nell'inchiesta su Mafia capitale, sempre per il riciclaggio degli indumenti usati.
Secondo l'Antitrust ai consumatori non venivano fornite informazioni corretta
e quello che era riportato dal sito dell'Ama faceva anzi pensare che quanto raccolto sarebbe andato in beneficienza, mentre la procura di Roma è riuscita ad accertare che l'utilizzo era diverso. E aveva scopo commerciale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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