Francia, Bayrou si dimette: Macron accelera sulla scelta del nuovo premier

Non ci saranno le tradizionali consultazioni, Macron ha fretta. Tutti i nomi in lizza per guidare il nuovo governo

Francia, Bayrou si dimette: Macron accelera sulla scelta del nuovo premier
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Il premier francese François Bayrou ha rassegnato le dimissioni davanti al presidente Emmanuel Macron, dopo aver perso la scommessa della fiducia all'Assemblea nazionale. Bayrou resterà in carica per gli affari correnti fino alla nomina del successore, che sarà il quinto primo ministro dall’inizio del secondo mandato di Macron nel 2022.

Tra i nomi in lizza circola con insistenza quello del ministro della Difesa Sébastien Lecornu, considerato il favorito. Altri possibili candidati includono la ministra del Lavoro e della Salute Catherine Vautrin e la presidente dell’Assemblée nationale Yaël Braun-Pivet, pronta a guidare un ipotetico “patto di coalizione” con socialisti ed ecologisti. In teoria resta sul tavolo anche l’autocandidatura del leader socialista Olivier Faure, ma appare difficile da realizzare: un accordo con i socialisti richiederebbe concessioni significative, come l’introduzione di una tassa sui grandi patrimoni (almeno il 2% sui beni oltre i 100 milioni di euro).

La scelta di un nuovo premier non è solo questione politica: il tempo stringe. Già domani il movimento “Bloquons tout” — nato sui social e pronto a bloccare il Paese — porterà in piazza una protesta senza precedenti, seguita il 18 settembre dalla mobilitazione sindacale. Nel mezzo, l’attesa decisione di Fitch, che venerdì potrebbe rivedere al ribasso il rating della Francia, rischiando di accrescere le tensioni sui mercati. Non a caso, la prospettiva di instabilità ha già fatto salire il rendimento dell’Oat francese oltre il 3,42%, con il Btp decennale al 3,48% e il Bund tedesco al 2,66%.

Un’altra ragione per accelerare è il viaggio di Macron a New York il 22 e 23 settembre, dove alle Nazioni Unite il presidente annuncerà il riconoscimento dello Stato di Palestina. Per quell’appuntamento, l’Eliseo intende presentarsi con un governo pienamente operativo. Non sono tuttavia previste le tradizionali consultazioni: il capo dello Stato sembra orientato a muoversi nel perimetro del centro macroniano e della destra moderata, dopo i tentativi falliti di includere i socialisti nella maggioranza.

Sul fronte politico interno il dibattito è acceso. Gabriel Attal, ex premier e leader di Renaissance, ha rilanciato l’idea di nominare un “negoziatore” — forse il centrista Charles de Courson — per condurre le trattative sulla legge di bilancio 2026 prima ancora di designare un nuovo primo ministro.

Una proposta definita “assurda” da Marine Le Pen, che ha avvertito: “O c’è un premier in grado di non farsi sfiduciare, oppure bisogna tornare al voto. Lo scioglimento del Parlamento è l’unico strumento della Costituzione per uscire da una crisi politica che rischia di trasformarsi in crisi di regime”.

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