Cronache

È la Rossa più cara del mondo ma non si può guidare in strada

Ne fanno solo 30 esemplari, si possono pilotare solo nei circuiti, costano 2 milioni. Tutte comprate. Prima ancora di uscire

È la Rossa più cara del mondo ma non si può guidare in strada

Nel mondo ci sono 30 persone che vivono nella trepidante attesa che la Ferrari sforni il loro esclusivissimo e proibitivo, per i costi ma non solo, «giocattolo». A Maranello dicono che dal 2006, da quando è stato lanciato il «ProgrammaXX», questi appassionati siano rimasti più o meno gli stessi: uomini ovviamente facoltosi, per lo più imprenditori, pronti a spendere fino a 2 milioni di euro e anche qualcosa in più, pur di guidare sui circuiti la loro Ferrari XX, modello tirato in soli 30 esemplari (quattro finora quelli proposti) e prodotto sulla speciale linea denominata Pilotino. Da Monza a Shanghai, da Silverstone ad Abu Dhabi, a dieci minuti dal maestoso Ferrari World, i 30 «paperoni» non vedono l’ora di poter girare in pista con il loro super bolide. Questi «missili» su quattro ruote, fiore all’occhiello della tecnologia made in Maranello, possono infatti essere guidati solo sui circuiti. Non sono vetture stradali. Una volta al volante l’appassionato è libero di far sfogare il suo preziosissimo giocattolo, senza dover per questo pensare di vincere una gara. È solo un divertimento per pochissimi, l’emozione di essere, a differenza degli altri, uno dei 30 «clienti-collaudatori» di una «supercar-laboratorio».

E ora ci risiamo. Dal 3 al 6 dicembre, infatti, l’avveniristica pista di Abu Dhabi ospiterà le Finali Mondiali 2014, uno spettacolare evento a chiusura di un anno agonistico che per il Cavallino è stato in verità deludente, durante il quale dovrebbe essere presentato il primo dei 30 modelli de La Ferrari XX (il nome sarà però un altro), derivato dalla già esclusiva LaFerrari, prodotta in soli 499 esemplari, in pratica la Ferrari delle Ferrari, «la summa di tutto quello che è la nostra azienda», aveva spiegato al momento del lancio, nel 2013, l’allora presidente Luca di Montezemolo.

Del bolide da pista, le cui 30 unità sono già state acquistate prima ancora di essere realizzate (è la prassi) si sa solo che dovrebbe costare più di 2 milioni. Questa cifra, comunque, oltre al prezzo della supercar, include anche quello della partecipazione agli eventi in programma nella stagione. Tra questi 30 appassionati non c’è un italiano: a non perdersi una XX troviamo un cinese, un canadese, americani e qualche europeo.

Tutte persone che amano accomodarsi anche sulla propria monoposto di F1, magari la stessa con la quale Michael Schumacher ha vinto un titolo iridato, e pagata sempre un paio di milioncini, e sfrecciare sul rettilineo per emulare il pilota del cuore. «Un cinese -raccontano a Maranello - ha prima preso lezioni in pista, a Fiorano, da Andrea de Adamich, quindi ha voluto una Enzo (da cui è derivata la FXX, la prima di queste serie speciali, ndr) e poi ha staccato un assegno per una monoposto. Si è divertito come un matto. Ai clienti piace avere il ruolo di “collaudatore” speciale, perché quando girano in pista sono seguiti dallo staff del Cavallino. Tutti i dati rilevati dalla telemetria serviranno infatti agli ingegneri per lo sviluppo dei futuri modelli. È vero che sul circuito cercano solo di divertirsi, ma non c’è uno di essi che non abbia un cronometro. E alla fine dell’evento si confrontano sui tempi fatti».

Manca meno di un mese, dunque, alla scoperta de LaFerrari XX, il cui modello base, con le portiere che si aprono «a farfalla», ha un motore 12 cilindri aV di 6.262cc e l’incredibile potenza di 963 cavalli complessivi.

Anche questa XX si avvarrà del sistema di recupero dell’energia, che fa de LaFerrari la

538em;">prima ibrida di Maranello.

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