Sacra corona unita, pentito pugliese si autoaccusa di due omicidi

Le dichiarazioni di Tommaso Montedoro durante un processo in corso di svolgimento a Lecce

Sacra corona unita, pentito pugliese si autoaccusa di due omicidi

È diventato collaboratore di giustizia e si è autoaccusato di due omicidi commessi a Brindisi, Tommaso Montedoro, ex boss della Sacra corona unita di Casarano, un Comune in provincia di Lecce.
L'uomo è stato ascoltato in videoconferenza nell’aula della corte d’Assise di Lecce durante un'udienza del processo 'Diarchia'. Il giudizio si celebra con rito abbreviato dinanzi al giudice per le indagini preliminari Cinzia Vergine.
Montedoro ha risposto alle domande del procuratore aggiunto antimafia Guglielmo Cataldi e del sostituto Massimiliano Carducci, facendo nuove rivelazioni. Montedoro ha ribadito di non aver mai fatto parte della Scu e ha confessato due vecchi omicidi avvenuti nel Brindisino quando era luogotenente del boss Vito Di Emidio. Il collaboratore di giustizia si è addossato la responsabilità dell’uccisione di Rosario De Salve, il macellaio di Matino assassinato l’11 marzo 1998, per il quale recentemente è stato condannato in Cassazione a trent'anni di reclusione.


Ha invece negato il suo coinvolgimento nell’omicidio di Augustino Potenza avvenuto a Casarano il 26 ottobre 2016 e nell’agguato a Luigi Spennato, avvenuto un mese dopo e di cui Montedoro è accusato di essere il mandante.

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