Cronache

Salerno, abbraccio vietato a coppia gay: lido accusato di discriminazione

Arcigay denuncia un episodio di discriminazione in un lido di Salerno: a una coppia gay è stato vietato di abbracciarsi. Ma il gestore replica: "Stesse regole di buon costume per tutti"

Salerno, abbraccio vietato a coppia gay: lido accusato di discriminazione

L'ennesima denuncia di discriminazione omofobica arriva da Salerno: il bagnino avrebbe vietato a una giovane coppia gay di abbracciarsi in pubblico.

È successo nello stabilimento balneare "Lido Arcobalenò" di Salerno lo scorso venerdì, 4 agosto. La denuncia arriva dall'Associazione Arcigay e riportata da La Repubblica. A raccontare l'episodio è stato uno dei ragazzi coinvolti: A. I., 17enne casertano attivista nel Gruppo Giovani di “Rain Arcigay Caserta” onlus, che venerdì era in piscina con il fidanzato salernitano, 18enne.

“Eravamo in piscina come tutti gli altri: anziani, famiglie, adolescenti come noi e tantissime coppie eterosessuali e come facevano tutte le coppie eterosessuali presenti, anche noi ci siamo abbracciati mentre eravamo in acqua, ma non è stato gradito, qualcuno ci ha additato e il bagnino si è avvicinato per dirci che nella struttura c'erano dei bambini - ha riferito il giovane - Ad un certo punto il bagnino si avvicina pacatamente e ci rimprovera di essere più "composti", usa questo termine, con la motivazione che lì ci fossero bambini”.

“Provando profondo disagio nel sentirci definire "disturbatori dei bambini" abbiamo preferito uscire dalla piscina e allontanarci - ha continuato A.I. - ll bagnino nel vederci allontanare ci viene incontro iniziandoci a dire che si sarebbe rivolto così anche ad una coppia eterosessuale: peccato che lì ce ne fossero decine intente a baciarsi e abbracciarsi e nessuna è stata importunata come è accaduto a noi”.

Alla solidarietà espressa da Rain Arcigay Caserta per i due ragazzi, si aggiunge quella di Arcigay Salerno che ha definito l'episodio "increscioso": "Ci spiace dover assistere nuovamente ad episodi che rasentano espressioni di discriminazione e che senza dubbio sono palesano un clima di intolleranza e difficile riconoscimento sociale e culturale delle diversità”. Secondo l'associazione si tratta del "terzo caso di omofobia da parte di esercizi del settore turistico, dopo quanto accaduto alla coppia gay che voleva prenotare una camera in Calabria, e si è vista rispondere che non si accettavano gay e animali, e il caso della villa in Salento che affermava la stessa cosa in un annuncio”.

Ma i gestori del lido non ci stanno e ribattono che "ai due giovani è stato riservato lo stesso composto e rispettoso atteggiamento che negli anni abbiamo adottato con coppie etero che si erano dimostrate particolarmente espansive e calorose all’interno della nostra struttura", ha spiegato la famiglia Iavarone, titolare del Lido.

"Nessuno è stato cacciato così come nessuno s’è accorto di quello che stava succedendo, perché siamo soliti rispettare i nostri clienti - precisano dal Lido Arcobalenò - Abbiamo applicato le regole di buon costume che valgono per tutti, a prescindere dal loro orientamento sessuale, che noi rispettiamo nella sua totalità".

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