Salva un uomo dall'odio ultrà: la lezione dell'eroe normale

Salva un uomo dall'odio ultrà: la lezione dell'eroe normale

Estrae la pistola ma si capisce che non ha nessuna intenzione di sparare. E infatti non premerà il grilletto. Arretra, vede i facinorosi sempre più vicini, quasi scivola contro una macchina parcheggiata nella notte di Trastevere, si prende una bottiglia in testa e rimedia un trauma cranico, per fortuna non grave, ma non si scompone. Nessun tremito. Lucidità e sangue freddo davanti a un gruppo di ultra vomitati dal ventre oscuro di Roma. Insulti. Minacce. Cassonetti che volano. Il solito indecoroso campionario della violenza che si scatena, immancabile, dopo le partite. Lazio-Eintracht non sfugge a questo mortificante copione. Il carabiniere soccorre un tifoso tedesco che giace disteso sui sampietrini, ma si ritrova aggredito a sua volta.

Momenti difficili. I teppisti incappucciati puntano il militare come una preda. Un video mostra un bidone dei rifiuti che taglia l'aria, e poi un lancio di bottiglie in mezzo a una colonna sonora di insulti che farebbero saltare i nervi a ciascuno di noi.

Ma il carabiniere no, per fortuna è un professionista capace di valutare le situazioni e di dosare al millimetro, come un chirurgo dell'ordine pubblico, la risposta più appropriata. Basterebbe poco, davvero poco, per trasformare la routine insensata di quegli scontri nella cronaca di una tragedia. Invece, il militare sa il fatto suo: tanto cuore e ancora più testa. È quel briciolo di eroismo quotidiano non richiesto ma senza il quale troppe volte il finale di partita sarebbe diverso.

L'uomo in divisa mostra la pistola agli assalitori come il bastone a un cane inferocito e quella mossa gli permette di contenere la furia delirante. Nemmeno l'oggetto che atterra sulla sua testa a tutta velocità sconvolge i suoi piani e mette in crisi il suo autocontrollo. È solo, ma è come se fosse in pattuglia. Una roccia, sia detto senza retorica, e una certezza per tutti noi.

Quelle immagini, pur così crude e umilianti per la collettività, ci rassicurano e anzi ci inorgogliscono. Nella bolgia delle nostre metropoli sfigurate c'è chi non perde la bussola.

E mette a rischio se stesso per salvaguardare il bene comune.

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