Saman Abbas, il fratello tenta ​la fuga dopo l'interrogatorio

Dopo l'incidente probatorio, il fratello di Saman avrebbe tentato la fuga. Intanto, potrebbero esserci nuovi indagati nell'inchiesta per omicidio

Saman Abbas, il fratello tenta ​la fuga dopo l'interrogatorio

Poco dopo l'incidente probatorio, il fratello di Saman Abbas ha tentato la fuga dalla struttura protetta in cui si trova. A rivelarlo sono "fonti giudiziarie" vicine al Corriere della Sera, secondo cui il sedicenne avrebbe tentato di allontanarsi con modalità "analoghe a quelle dell'altra volta" (aveva già provato a scappare qualche settimana fa). Intanto, si allarga l'inchiesta per omicidio premeditato e occultamento di cadavere. Altre persone potrebbero finire nel registro degli indagati con l'ipotesi del reato di favoreggiamento: qualcuno, sospettano gli investigatori, che potrebbe aver avuto un "ruolo collaterale" nel delitto.

"Dico tutta la verità ma poi voglio tornare in Pakistan"

Ha collaborato con gli inquirenti confermando i sospetti della pm Laura Galli, a capo dell'inchiesta, che Saman potrebbe essere stata vittima di una congiura famigliare. "Mio zio Danish Hasnain ha ucciso mia sorella", avrebbe rivelato il fratello minore della ragazza nel corso dell'interrogatorio di venerdì mattina. Ma poi, ha anche ribadito di voler tornare in Pakistan: "Dico tutta la verità ma poi voglio andare dai miei genitori". Ed è forse questo il motivo per cui avrebbe tentanto la fuga "analoga a quella dell'altra volta" dal centro protetto in cui si trova da due settimane.

Stando agli avvocati che hanno partecipato all'incidente probatorio, il ragazzino si esprime in un italiano "egregio" e ha risposto con "linearità" alle domande degli inquirenti. Tuttavia, Lalla Ghemandi, il legale di Danish Hasnain - presunto esecutore materiale del delitto - ritiene che il sedicenne abbia tentato di "alleggerire" la posizione giudiziaria dei genitori riversando le eventuali responsabilità dell'omicidio sullo zio.

Il divieto di espatrio

Mentre i genitori programmavano la fuga da Novellara, il fratello di Saman è rimasto con lo zio Danish. Subito dopo i fatti, i due erano saltati a bordo di un treno diretto da Guastalla in Liguria. Versomilmente, l'idea sarebbe stata quella di raggiungere la Francia ma poi, il 21 maggio, zio e nipote sono stati intercettati dai carabinieri in prossimità di Imperia. Così, il ragazzino è stato condotto in una struttura protetta mentre Danish Hasnain, che avrebbe dovuto presentarsi in questura il giorno successivo per formalizzare la sua posizione, si è dato alla fuga. Adesso è ricercato in tutta Europa.

Ieri, la Procura minorile di Reggio Emilia ha nominato un tutore legale per il sedicenne: sarà lui a decidere se assecondare la volontà del ragazzo di tornare in Pakistan. Per ora, resta sotto stretta sorveglianza onde evitare possibili ritorsioni da parte del clan Abbas su di lui a seguito della collaborazione offerta agli inquirenti durante l'interrogatorio. Ma il pericolo di fuga c'è ed è reale, per questo gli è stato imposto "temporaneamente" il divieto di espatrio.

I nuovi sospettati

Intanto, l'inchiesta per omicidio premeditato si allarga e nuovi nomi potrebbero finire nel registro degli indagati. Stando a quanto avrebbe rivelato una "fonte giudiziaria" vicina al Corriere della Sera, si tratta di persone che avrebbero avuto un ruolo collaterale nel delitto. Verosimilmente coloro che avrebbero aiutato i genitori di Saman, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, a ritornare in Pakistan dopo il misfatto. Pertanto, l'ipotesi di reato nei confronti dei possibili sospettati sarebbe di favoreggiamento.

Nell'attesa di fare luce anche su questo aspetto della vicenda, si rafforza l'ipotesi della premeditazione. Nei giorni precedenti al presunto delitto, i genitori di Saman si sarebbero sottoposti al tampone per accertare di non aver contratto il covid. Un dettaglio tutt'altro che trascurabile dal momento che la compagnia aerea Qatar Airways, con cui hanno prenotato i biglietti per il Pakistan tra il 27 e il 29 aprile, prevede l'obbligo di tampone 48 ore prima dell'imbarco.

Chi sono i cinque indagati

Sono 5 le persone indagate per il delitto di Saman. Oltre ai genitori della ragazza, Shabbar Abbas, 47 anni, e Nazia Shaheen, di 43, vi sono anche due cugini e lo zio. Il primo è Ikram Ijaz è uno dei due ragazzi di Saman che compare nel video della sera antecedente al presunto delitto. Insieme allo zio della 18enne, Danish Hasnain, e all'altro cugino, Nomanhulaq Nomanhulaq, avrebbe "scavato la fossa" che - verosimilmente - sarebbe servita per seppellire la ragazza il giorno successivo.

Ikram Ijaz è stato intercettato a Nimes, dalla polizia francese, il 21 maggio scorso, dopo che su di lui era spiccato un mandato di arresto europeo. Il 28enne era stato fermato mentre tentava la fuga verso la Spagna a bordo di un autobus Flexibus partito da Parigi e diretto a Barcellona. Il 29 maggio, il fermo si era poi tramutato in arresto mentre si trovava in un centro di identificazione per cittadini stranieri. Lo scorso 3 giugno, la Procura di Reggio Emilia ha ottenuto l'okay per l'estradizione e, nella giornata di giovedì 10 giugno, è stato consegnato alle autorità italiane a Ventimiglia.

Sono latitanti, invece, lo zio di Saman, Danish Hasnain e il cugino 35enne Nomanhulaq Nomanhulaq. Entrambi sono ricercati in tutta Europa.

Gli ultimi giorni di Saman prima della scomparsa

Intanto, secondo quanto emerso da "Le Storie di Quarto Grado" nella puntata andata in onda venerdì sera su Rete 4, Saman e il fidanzato, un connazionale che la famiglia non gradiva, avrebbero trascorso qualche giorno di vacanza a Roma tra l’11 e il 20 aprile, nel periodo in cui la diciottenne ha lasciato la comunità protetta in cui viveva dopo la denuncia ai genitori e la data del rientro a casa a Novellara.

Due giorni dopo,il 22, la ragazza, tornata in famiglia, ha incontrato i carabinieri che le hanno palesato i loro dubbi sull’opportunità di stare a casa. Consigliandole di tornare in un centro protetto. Ma Saman ha rifiutato, spiegando di "sentirsi tranquilla".

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