La sanatoria ai clandestini ultimo sfregio alla legalità

Mentre stanno riprendendo gli sbarchi sulle nostre coste, e il governo stende virtuali tappeti rossi alle Ong, utilizzando navi da crociera per ospitare gli immigrati in quarantena, sul fronte interno la sinistra e certi cattolici hanno ricominciato a intonare la melodia a loro più cara

La sanatoria ai clandestini ultimo sfregio alla legalità

Mentre stanno riprendendo gli sbarchi sulle nostre coste, e il governo stende virtuali tappeti rossi alle Ong, utilizzando navi da crociera per ospitare gli immigrati in quarantena, sul fronte interno la sinistra e certi cattolici hanno ricominciato a intonare la melodia a loro più cara: «Prima gli stranieri» (in questo caso, gli immigrati). Non più lo ius soli, come fino a poche settimane fa, ma qualcosa di ancor più discutibile, la regolarizzazione per tutti gli immigrati senza documenti, cioè in soldoni i clandestini, quantificati attorno ai seicentomila. La sincronia tra ripresa degli sbarchi e richiesta di sanatoria è ovviamente perfettamente voluta. E dimostra come il culto dell'immigrazione sia diventato uno dei pilastri della ideologia progressista, che unisce post comunisti, cattolici adulti e una parte dei grillini. L'ideologia infatti è una forza motrice che non si piega di fronte alle evidenze e neppure di fronte alle crisi e alle catastrofi: magari si attenua, più spesso si camuffa, ma altrettanto spesso si irrigidisce. Così come, di fronte allo sgretolarsi della Ue, gli europeisti invocano «più Europa», così di fronte al cedere della ideologia globalista, con il ritorno delle frontiere e delle nazioni a causa della pandemia, i progressisti gridano «ci vogliono più immigrati» e frontiere ancora più aperte. Spesso poi l'ideologia si maschera da ragionamento che si presenta come concreto, «oggettivo», di «buon senso». È il caso dei sostenitori della sanatoria, che si sono divisi in due. Quelli, come il ministro dell'Agricoltura, che ritengono necessario utilizzare gli immigrati per il lavoro dei campi e invece i desiderosi di regolarizzare i clandestini perché cosi saranno tracciabili su un piano sanitario. Ovviamente, come per tutte le soluzioni concrete, vi sono sempre molte alternative. Sul piano dell'agricoltura, ad esempio, perché non impiegare, come proposto da Giorgia Meloni, i percettori del reddito di cittadinanza? Inoltre siamo già entrati in una crisi economica devastante, con migliaia di italiani disoccupati, un numero che crescerà. Qualcuno pensa che molti di loro non siano disposti al lavoro dei campi? Purtroppo nei prossimi mesi l'ultimo dei problemi sarà la carenza della manodopera. Quanto al tema attinente la sicurezza sanitaria, esso svela il classico modo di ragionare della sinistra, secondo cui basterebbe un pezzo di carta, in questo caso il permesso, per trasformare l'ex clandestino in un ligio osservante le regole della collettività, prima di tutto quella di farsi individuare e tracciare dal punto di vista sanitario. Ma naturalmente non è così. E in ogni caso il risultato finale, cioè l'accertamento della positività degli immigrati, sarebbe già possibile oggi grazie alle forze dell'ordine: se magari venissero impegnate, più che ad inseguire solitari camminatori su spiagge e sentieri deserti, a controllare immigrati che, non sappiamo se clandestini o meno, si muovono liberamente nelle città mentre noi italiani (compresi gli immigrati regolari, con cittadinanza, integrati, quindi sempre italiani) siamo reclusi nelle nostre case e multati se contravveniamo alle regole.

V'è poi l'ultimo aspetto, il più grave: mentre chi non obbedisce ai Dpcm sanitari viene punito, chi ha violato le regole e le leggi entrando clandestinamente in Italia, si trova alla fine premiato. Non so che idea il governo abbia di giustizia; ma la sanatoria ne rappresenterebbe certo lo sfregio più plateale.

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