Nel 2018, in Lombardia, la spesa per gli stranieri irregolari è ammontata a 5 milioni di euro per prestazioni ambulatoriali e altri 5 per somministrazione diretta dei farmaci. Lo rivela la Verità che spiega che ora una nuova misura adottata in Regione potrebbe riuscire a contenere i costi legati all'assistenza medica per gli immigrati.
Il decreto Sicurezza ha stretto le maglie del diritto d'asilo e, nonostante non abbia modificato la normativa vigente in ambito sanitario, la Lombardia ha deciso di prendere dei provvedimenti in materia. Così è stato diffuso tra i medici di famiglia milanesi una circolare, nella quale si spiega che "i cittadini extracomunitari richiedenti la protezione internazionale che hanno chiesto la prima iscrizione al Servizio sanitario regionale in attesa del rilascio di permesso di soggiorno, verranno iscritti al Ssr per massimo un anno, senza assegnazione del medico di medicina generale, senza emissione di tessera sanitaria, ma con rilascio di un documento di iscrizione cartaceo".
Parole che hanno fatto subito indignare le associazioni pro migranti. Si parla di negazione di diritti e persino di razzismo. Accuse che l'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, ha respinto al mittente (l'associazione Naga). "Queste persone potranno continuare ad andare a farsi curare sempre dallo stesso medico - ha spiegato Gallera - solo che ci sarà un rimborso visita per visita".
Come spiega il quotidiano, visto che la Lombardia spende molti soldi per fornire sanità agli immigrati ora ha deciso di rivedere il tema dell'assistenza permanente a chi non ha le carte in regola per restare nel Paese.
I servizi saranno limitati ma ciò non significa che le persone non verranno curate. Anzi, all'inizio dell'anno, la Regione ha deciso di assicurare il pediatra ai figli degli immigrati, anche irregolari, fino ai 18 anni d'età.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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