Le Sardine si spaccano. O meglio quelle romane hanno deciso di scindersi dal gruppo originario bolognese di Mattia Santori, considerato ormai solamente un "brand" commerciale. La decisione è stata presa dopo le scelte fatte dal gruppo bolognese senza prendere in considerazione i referenti territoriali dei vari gruppi.
"Le Sardine di Roma - spiegano dal movimento - nascono in seguito alla scissione con l'originario gruppo bolognese "6.000 Sardine" che ha dato il via al fenomeno delle piazze, ma che, col passare del tempo, ha perso i suoi riferimenti e i suoi valori originari. In tanti abbiamo creduto e sostenuto un progetto che, per cattiva gestione, è diventato solo spettacolo televisivo non i linea con i principi fondamentali del Movimento. A lungo è stato chiesto al portavoce Mattia Santori e alle 6.000 Sardine bolognesi, una struttura organizzativa e delle scelte condivise democraticamente da tutti i referenti nazionali del movimento, ma questo non è mai accaduto. Le scelte su tutto il territorio nazionale sono state prese solo dal gruppo bolognese e mai condivise con i referenti territoriali. Anche la visita al Ministro Boccia è stata una decisione del gruppo bolognese così come le proposte dell'Erasmus non sono mai state discusse e concordate tra i referenti nazionali".
A non andare già alle Sardine di Roma e alle Sardine in Movimento, sono state anche le apparizioni in giro per l'Italia di Mattia Santori e che hanno acceso polemiche e contrasti tra i vari gruppi. A partire dalla foto con i Benetton e l'apparizione televisiva da Amici di Maria De Filippi. "Sono scelte che non sono mai state concordate con nessuno - aggiungono le Sardine romane - nè condivise da moltissimi attivisti e rappresentano la punta dell'iceberg di una evidente crisi interna al movimento che ormai ha perso quasi completamente il consenso dei sui seguaci".
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata poi l'espulsione delle Sardine di Catania, definite dal gruppo bolognese "mele marce", "l'ennesima prova che l'individualismo sta prevalendo sull'interesse collettivo. Inoltre, i tre protagonisti di tali vicende, Mattia Santori, Lorenzo Donnoli e Jasmine Cristallo, si sono auto-proclamati leader senza essere mai stati eletti da alcuna assemblea democratica".
Le Sarinde di Roma guidate da Stephen Ogongo con il supporto di diverse associazioni, come "Padri in Movimento" di Jakub Golebiewski e "Spazio Solidale" di Antonino Martino dunque non ci stanno, non vogliono apparire come un branco di pesciolini in balia degli "squali" e così hanno deciso di staccarsi e ricominciare da zero, o quasi. "Vogliamo cogliere questa sfida - sottolineano - e abbiamo deciso di organizzarci per dare un'alternativa al Paese, costituendo inoltre il centro di raccolta per tutti coloro che non si riconoscono nell'evoluzione di un movimento che era nato per dare un volto nuovo alla attuale politica ma che in pochi mesi si è inesorabilmente uniformato ad essa".
Dopo l'annullamento dell'assemblea generale dei bolognesi a Scampia, (il 14 e il 15 marzo i pesciolini si sarebbero dovuti riunire nel quartiere di Napoli, ma gli organizzatori si sono ritrovati costretti a rimandare l'evento per la situazione Covid-19), è stata invece confermata quella dei romani, che si terrà lo stesso giorno nella Capitale, "con l'obiettivo di dare una struttura democratica al movimento, uno statuto e una regolamentazione interni - spiegano ancora le Sardine - nonchè, cosa più importante, la definizione degli obiettivi politici da mettere in pratica sul territorio".
Che dietro le sardine ci sia anche un interesse commerciale lo conferma anche il fatto che "6.
000 sardine" è un marchio registrato finalizzato alla produzione di gadget come magliette, berretti, sciarpe biancheria intima (e molto altro), ma non costituisce un organo politico e, in base alle dichiarazioni fatte dai referenti bolognesi, non lo sarà mai. Anche le molte dichiarazioni fatte da Santori vengono contraddette dallo stesso in soli pochi giorni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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