Le sardine con le Ong per aiutare gli scafisti

Le sardine con le Ong per aiutare gli scafisti

Le sardine prendono il mare. Alla fine, dopo un lungo tramestio, una loro identità la hanno trovata. E, per uno scherzo del destino, la hanno trovata proprio nel loro elemento naturale: l'acqua. I vertici del noto movimento di opposizione all'opposizione, ieri, hanno annunciato la loro prossima missione: si imbarcheranno sulla nave di una Ong e aiuteranno i «salvataggi in mare». Quindi tradotto dall'italiano buonista all'italiano reale: aiuteranno gli irregolari a sbarcare sui nostri confini, faranno da «taxisti» agli scafisti che trafficano esseri umani nel cuore del Mediterraneo. Ah, se ne sentiva proprio il bisogno, specialmente in un momento così drammatico per il nostro Paese. La sinistra, d'altronde, ha sempre una spiccata sensibilità nell'intercettare le urgenze degli italiani e rovesciarne la scala delle priorità.

Così Mattia Santori e soci, dopo mesi passati a nicchiare sulla propria appartenenza politica, ora hanno subìto la trasformazione genetica definitiva: da pesci ad aspiranti Carole Rackete, pronti a speronare la Guardia di Finanza per traghettare clandestini in Italia.

Così le sardine saliranno a bordo della nave di Mediterranea Saving Humans nella prossima missione che prenderà il via a breve. Lo hanno annunciato con grande enfasi, e in puro stile sardiniano, Giulia Trappoloni, Lorenzo Donnoli e Jasmine Cristallo: «Equipaggi di terra ed equipaggi di mare che ogni giorno praticano modelli virtuosi di integrazione. Ci siamo sentiti a casa, ci siamo riconosciuti: nella condivisione del linguaggio, dei valori, nella battaglia per l'abolizione dei decreti sicurezza. Costruire un modello di società inclusivo e gentile è necessario». «Un modello di società gentile», perché ovviamente, loro sono gentili, educati e perbene, non come quei volgari cafoni di destra che non sanno neanche usare le posate. D'altronde hanno manifestato sin da principio, con il loro manifesto pubblicato su Facebook, quale era la loro idea di società gentile: «Grazie ai nostri padri e nonni avete il diritto di parola, ma non avete il diritto di avere qualcuno che vi stia ad ascoltare». Gentilissimi, galateo da Russia comunista. E poi, ancora: «In questi luoghi (Ballarò a Palermo, ndr) avvertiamo l'emergenza che ogni giorno sono costrette a vivere queste realtà che smentiscono con coraggio la narrazione portata avanti dai Decreti sicurezza». Perché, come è logico, il problema della sicurezza nelle nostre città è solo un'invenzione della propaganda salviniana.

Arruolarsi con le Ong è l'esiziale scelta di campo di un movimento che, dopo la vittoria di Bonaccini in Emilia Romagna, non solo non sa più che pesci prendere ma non sa nemmeno che pesce è. Le comparsate da Maria De Filippi, le piazze sempre più vuote, un nemico (Salvini) un po' appannato e l'attenzione pubblica che, inevitabilmente, si è spostata su questioni più serie del «ritorno del fascismo», hanno contribuito a spegnere tutta l'emozione radical chic che si era condensata attorno ai ragazzi bolognesi. Impressione confermata anche dai sondaggi. Proprio ieri, Ilvo Diamanti su La Repubblica, numeri alla mano, descriveva così l'intiepidirsi dell'opinione pubblica nei confronti delle sardine: «Il peso di quanti affermano di aver partecipato o di essere d'accordo con le loro manifestazioni oggi è stimato attorno al 36 per cento. Dunque, nel complesso, sei punti in meno rispetto allo scorso dicembre». Ma i dati più significativi sono quelli che riguardano gli elettori che voterebbero «sicuramente» un'eventuale lista di Santori: il 4 per cento degli intervistati.

Un po' poco, rispetto alle sesquipedali aspettative riposte sulle sardine da stampa e intellettuali di sinistra.

Ora, finite tutte le cause sbagliate ancora in commercio, hanno deciso di recuperare visibilità puntando tutto sull'estremismo dell'accoglienza.

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