Sardine, contro Salvini scende in campo anche una suora

Matteo Salvini è impegnato nel confronto con un nuovo avversario: le "sardine". Tra cui spunta anche suor Giuliana Galli, che si è già distinta sull'immigrazione e sulla "fraternità" che deve guidare le logiche geopolitiche

Sardine, contro Salvini scende in campo anche una suora

Sardine contro Matteo Salvini: è il nuovo leit motiv della sinistra di piazza, ma tra coloro che simpatizzano per i giovani che hanno scelto una metafora ittico-politologica per identificarsi, c'è anche una consacrata.

Nello specifico, una suora, suor Giuliana Galli, che diviene così l'ennesima voce levatasi dall'interno della Chiesa cattolica per segnalare la presunta natura pericolosa del sovranismo. Non che sia una novità di così grosso rilievo: come ha spiegato di recente su IlGiornale.it Francesco Curridori, c'è una parte di mondo ecclesiastico che continua ad attaccare a testa bassa l'ex ministro dell'Interno. Il governo italiano è cambiato, ma le rimostranze dei "preti di strada" sono sempre le stesse. E sono per lo più contrarie alle istanze portate avanti dal leader leghista. E pure suor Giuliana, in qualche modo, è annoverabile adesso all'interno di questo elenco di consacrati anti-salviniani. Le sue posizioni politiche, a dire il vero, erano già note.

Basta fare una semplice ricerca su Youtube: ""Pare che ci sia un triangolo esterno all'Italia, formato da Angela Merkel, Obama e Mario Draghi, che in un certo qual modo o come possono, con quel potere che loro riescono ad esprimere, insieme al nostro presidente Napolitano, guidano come possono questa barca stravaccata che è la nostra povera Italia. Perché il governo agisce male. Il Parlamento e il Senato non ci sono e non ci sono. I partiti, che dovrebbero essere quelli che hanno assunto su di loro stessi, destra, sinistra e al centro, dove vogliamo, dovrebbero assumere la responsabilità delegata loro dall'elettorato si stracciano a vicenda. Ecco allora che entra in campo la fraternità, quella vera. Quella di persone, non individui, persone umane, consapevoli di avere una coscienza ed una coscienza che è fatta di legami irrinunciabili quali sono la prossimità evangelica...".

Era, stando al filmato pubblicato, il 2014. E la consacrata aveva già le idee chiara. Oggi suor Giuliana Galli sembra pensarla come cinque anni fa: "Mi piace il pensiero di questi giovani che vogliono contrastare un certo modo di pensare pugnace e violento", ha dichiarato, secondo quanto si legge sull'Adnkronos. La fraternità, magari anche quella sovranazionale, è per suor Giuliana un mezzo in grado di valicare le chiusure nazionali. Valeva per l'Italia di allora. Vale per l'Italia odierna.

Tralasciando per un attimo come suor Giuliana sia stata vicepresidente della Compagnia di San Paolo e come abbia fatto dell'economia uno dei suoi principali oggetti di studio, è lecito sottolineare come la suora si sia distinta anche per essere favorevole ad una gestione aperturista dei fenomeni migratori. In relazione a questo aspetto, per la seconda volta, basta dare un occhio ai video in rete. Ce n'è uno, pubblicato sempre su Youtube da Tv2000, in cui Suor Giuliana Galli, che si è anche occupata di accoglienza dei migranti con la Onlus Mamre, legge Matteo 25, 31-46. Un passo del Vangelo che è stato spesso citato, soprattutto nel corso della passata estate, per domandare l'apertura dei porti nei confronti di coloro che cercano rifugio sulle nostre coste.

Le sardine possono così vantarsi di aver ricevuto il placet da quella che, in termini di economia politica, può essere considerata una solidarista. Che è poi la medesima posizione portata avanti da Papa Francesco rispetto all'odierna dicotomia tra coloro che "accumulano il capitale" e coloro che subiscono gli effetti di questa "accumulazione". Ma il sovranismo - e questo è il grande tema con cui la Chiesa cattolica potrebbe doversi confrontare, se già non lo ha fatto - non sembra affatto trovare sostegno nei grandi potentati economici.

Della Compagnia San Paolo, invece, è stato presidente Sergio Chiamparino, ex sindaco di Torino ed esponente di vertice del Partito Democratico. Quello sì, magari, a sostegno di quelli che certe frange della Chiesa cattolica etichettano come "accumulatori".

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