Cronache

Saviano fa lo "psicologo" "Gli insulti per Carola? Solo invidia per africani"

Dopo la Morani, anche Saviano trova negli insulti al porto di Lampedusa un movente "sessuale"

Saviano fa lo "psicologo" "Gli insulti per Carola? Solo invidia per africani"

Non bastava la dem Alessia Morani. Adesso tocca a Roberto Saviano. Gli insulti osceni urlati dal molo di Lampedusa alla capitana della Sea Watch, Carola Rackete, mentre sbarcava dalla nave hanno fatto parecchio discutere. Insulti assolutamente da condannare e del tutto fuori contesto che però secondo alcuni esponenti della sinistra parlamentare e non (vedi appunto Saviano) avrebbero un'origine ben precisa. Psicologica. Ad urlare quelle frasi oscene era stato un ragazzo che successivamente ha chiesto scusa affermando di essere ubriaco. Ma la dem Morani su twitter si è avventurata, come abbiamo ricordato già ieri, in un'analisi piuttosto ardita: "Comunque il tenore degli insulti a #CarolaRackete manifesta, da parte di chi li ha pronunciati, un disagio sessuale notevole nonché una discreta invidia delle dimensioni anatomiche di altri uomini #cervelliminuscoli".

Una tesi questa che è stata immediatamente cpondivisa anche da Roberto Saviano che non ha usato giri di parole per dire la sua su Twitter: "Gli insulti sessisti a #CarolaRackete sul molo di Lampedusa rispecchiano una dinamica tipica: da un lato il sesso visto come aberrazione e vizio, dall'altro il senso di inferiorità che qualcuno ha in questo campo verso l'africano". Chissà se dietro quello sfogo verbale violento al porto di Lampedusa ci siano davvero motivi del genere. Noi ci limitiamo a riportare le parole di chi ha urlato gli insulti: "Ero ubriaco stanotte, chiedo scusa alla comandante Carola per averle rivolto quegli insulti sessisti. Mi dispiace ma ero arrabbiato perché due giorni prima dei tunisini avevano molestato la mia ragazza e ce l'avevo con loro. In ogni caso non sono leghista ma voto per il M5S", ha affermato Mario L. all'Adnkronos.

Di sessuale tra i motivi del suo sfogo (da condannare) c'è ben poco.

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