Cronache

Sbarcati i migranti della Lifeline. E Berlino se ne lava le mani

Concluse le operazioni di sbarco a Malta. I migranti accolti da 8 paesi. La Germania fa muro: "Nessuno verrà da noi"

Sbarcati i migranti della Lifeline. E Berlino se ne lava le mani

Si è conclusa l'odissea della Lifeline. La nave con 233 migranti a bordo, gestita dall'omonima ong tedesca, è approdata in serata nel porto della Valletta dopo sei giorni in mare. Il via libera all'attracco sull'isola è arrivato dopo l'accordo raggiunto fra otto Stati Ue: Malta, Francia, Italia, Lussemburgo, Irlanda, Portogallo, Belgio e Olanda. È in questi Paesi che verranno distribuiti i migranti: ma solo quelli che, dopo un esame allo sbarco, si valuterà che hanno le condizioni per presentare richiesta di asilo; gli altri invece verranno riportati nei Paesi di origine, ha chiarito il premier maltese Joseph Muscat.

Spicca l'assenza della Germania dall'accordo: "Per come stanno attualmente le cose, non è necessaria un'azione della Germania", ha dichiarato il suo ministro dell'Interno, Horst Seehofer, promotore di una linea dura sull'immigrazione in aperto scontro con la cancelliera Angela Merkel. Esulta il governo italiano. "La nave fuorilegge Lifeline arriverà a Malta e lì verrà bloccata per accertamenti. Altro successo del governo italiano: dopo anni di parole, in un mese arrivano i fatti!", ha twittato il titolare del Viminale, Matteo Salvini. E il premier, Giuseppe Conte, ha dichiarato: "Io ho favorito questa soluzione, quindi la commento positivamente. Era questo lo sbocco che avevo auspicato per cui sto lavorando con i ministri. Ben venga questa soluzione". Conte ha inoltre ritwittato un post del ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, in cui si parlava di "una grande vittoria per l'Italia che può diventare una vittoria per tutta l'Europa".

Sequestro e indagine sulla Lifeline

Una volta completato lo sbarco, la Lifeline sarà sequestrata e verrà aperta un'indagine. I motivi li ha spiegati il premier maltese: perché "il capitano dell'imbarcazione ha disobbedito alle regole internazionali e ha ignorato gli ordini delle autorità italiane" e perché "lo Stato di cui l'imbarcazione batteva bandiera (l'Olanda ndr.) ha confermato che non è nei suoi registri". "Finché l'indagine non sarà finita resterà sotto sequestro", ha aggiunto Muscat. Il quale ha poi voluto sottolineare che quello fra gli otto Stati Ue è un accordo ad hoc raggiunto per "un caso particolare": insomma, per Malta non è un modello in base al quale gestire casi successivi. Alla Lifeline viene contestato di avere soccorso i migranti quando già stava intervenendo la guardia costiera libica e di essersi rifiutata di ubbidire all'ordine di consegnarle i migranti: è da lì che erano partiti i richiedenti asilo, soccorsi poi dalla ong tedesca il 21 giugno. La Lifeline, dal canto suo, sostiene di non avere eseguito l'ordine perché consegnare quelle persone alla Libia avrebbe violato il principio di non respingimento sancito dalla Convenzione di Ginevra. L'accordo fra alcuni Stati Ue per la distribuzione dei migranti della Lifeline sembrava avere sbloccato la situazione già martedì. Ma Malta aveva chiarito che aspettava la conferma di tutti gli Stati coinvolti per dare il via libera alla nave. Nella notte fra martedì e mercoledì Lifeline aveva ribadito la sua richiesta di approdare a Malta, comunicando che molte persone a bordo stavano soffrendo per il mal di mare. A quel punto La Valletta aveva dato l'autorizzazione a entrare in acque maltesi. Alla fine, è arrivato anche l'ok all'approdo.

Il muro di Berlino sui migranti

La Germania non accetterà alcun migrante della "Lifeline", attraccata da oggi nel porto di La Valletta. Lo ha detto al Bundestag il ministro federale dell'Interno, Horst Seehofer, fautore di una linea dura sul tema che da settimane lo conduce a uno scontro con il cancelliere, Angela Merkel. In mattinata lo stesso Seehofer aveva affermato che Berlino avrebbe accolto i migranti solo nel caso di sequestro della nave, ma in serata, secondo quanto riferisce Der Tagesspiegel, il falco Seehofer ha cambiato idea e, sostenendo che non deve essere creato un "precedente", ha affermato che siccome già otto paesi europei sono disponibili, "non vi è bisogna che la Germania agisca". Non è chiaro se la posizione di Seehofer sia condivisa da Merkel.

Spetta adesso al ministro degli Esteri, Heiko Mass, occuparsi delle ricadute diplomatiche e delle probabili azioni giudiziarie di Malta contro l'equipaggio tedesco della Lifeline, che in giornata aveva scritto una lettera aperta al ministro degli Interni tedesco: "È vergognoso che il governo federale stia contribuendo a far morire le persone nel Mediterraneo", si legge, tra l'altro.

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