Cronache

La Croazia insiste: così vuole rubare il Prosecco all'Italia

La Ministra dell'Agricoltura croata ha iniziato una battaglia per legittimare il Prošek spacciandolo per l'originale. "Quello italiano è semplicemente uno spumante..."

La Croazia insiste: così vuole rubare il Prosecco all'Italia

Un'eresia arriva dalla Croazia ed è destinata a far discutere ancor di più di quanto sta già accadendo: il Prosecco italiano è considerato un semplice spumante da serie B, mentre il vero ed originale "Prošek" sarebbe quello croato. Se non fosse una notizia vera, verrebbe da ridere.

Le dichiarazioni della ministra croata

Il prosecco italiano e il prošek croato non sono lo stesso vino” ha affermato la ministra dell’Agricoltura croata, Marija Vučković. Al termine di una riunione creata ad hoc dove ha anche dichiarato che "la Croazia ha piena legittimità giuridica, storica e culturale per riconoscere il termine tradizionale 'Prošek' a livello europeo". La denuncia arriva dalla pagina Facebook dell'Unione degli Istriani con sede nello storico edificio di Palazzo Tonello in Trieste: il movimento ha lanciato l'allarme sull'intenzione dei nostri dirimpettai di registrare, violando le norme europee, il nome croato del prosecco che viene prodotto in alcune zone della Dalmazia. Da quanto si apprende, dopo l'inserimento ufficiale della richiesta di Zagabria nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea, l'Italia non si sta facendo trovare impreparata e sta predisponendo tutta la documentazione necessaria per salvaguardare il vero prodotto originale, il prosecco famoso in tutto il mondo, che viene prodotto in Veneto ed in misura minore anche in Friuli Venezia Giulia.

"Non hanno prove, e inventano"

"Sappiamo per esperienza diretta, pur estranea all'argomento, che oltreconfine, quando scarseggiano i documenti e le prove per dimostrare qualche cosa, semplicemente li si inventano", scrivono ironicamente nel loro lungo post su Facebook quelli dell'Unione. Rispondendo alle domande dei giornalisti, la Vučković avrebbe affermato che ci sarebbero le prove per cui il termine prosecco sarebbe stato utilizzato in Croazia per secoli riferendosi a "un metodo speciale utilizzato nella produzione di vino d'uva nella Dalmazia settentrionale, centrale e meridionale". Prove che, in realtà, non esistono. "Il nostro è un vero vino, quello italiano è semplicemente uno spumante, e ciò nonostante gli italiani cercano di impedire la tutela del vero prosecco", ha insistito la ministra.

"Ci opporremo con tutte le forze"

"Ci opporremo con tutte le forze possibili" alle richieste della Croazia e "a una scelta che la Commissione europea dovrà fare e che dovrà tenere conto delle nostre controdeduzioni", ha dichiatato il ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli, sulla vicenda tra Prosecco Prošek croato come viene riportato dall'Ansa. "La storia del Prosecco è molto più datata e consolidata di quella del Prosek croato - ha sottolineato il ministro - e ovviamente faremo tutto il possibile per spiegare alla Commissione la situazione reale". Il Senato italiano è già al lavoro, assieme agli organi preposti, per evitare un simile tentativo di furto da parte della Croazia.

Le differenze tra Prosecco e Prosek

Il nostro Prosecco, famoso in tutto il mondo e richiesto praticamente dappertutto, è un vino-spumante che nel corso degli anni ha assulto la massima denominazione prestigiosa di Docg (Denominazione di origine controllata e garantita): è il caso del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Docg e Asolo Prosecco Docg. Come riporta dissapore, invece, il croato Prošek è vino dolce simile al passito, in una quantità limitata di bottiglie, che si ottiene dalla spremitura di uve che vengono messe a seccare al sole (da qui il nome passito) e ne esce fuori un vino corposo, profumato ma con una quantità molto alta di zuccheri residui. Insomma, nulla a che vedere con l'originale Prosecco italiano.

La "partita" sarà senz'altro vinta dal nostro Paese: quel che sorprende, semmai, è l'inizio di una battaglia laddove non dovrebbe esserci nemmeno il minimo dubbio.

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