Il reddito di cittadinanza continua a essere oggetto di un animato dibattito nell'opinione pubblica. La maggior parte degli italiani si schiera a favore dell'abolizione o comunque di profonde modifiche rispetto all'impianto originale, mentre la restante parte difende a spada tratta la misura targata Movimento 5 Stelle. Il tema ha causato un botta e risposta nell'ultima puntata di Non è l'arena, che ha affrontato la questione della disoccupazione legata anche alla crisi in corso.
Contro il reddito di cittadinanza si è scagliato il renziano Davide Faraone, secondo cui il sussidio non ha provocato gli effetti positivi che i grillini per anni hanno sbandierato. Non solo furbetti e truffe, appare evidente come sia necessario prevedere delle politiche attive del lavoro piuttosto che limitarsi a tamponare la situazione senza risolverla alla radice. Perciò l'esponente di Italia Viva ha bocciato il reddito 5S: "Da quando c'è in questo Paese è cresciuta la povertà e al tempo stesso è cresciuta la disoccupazione".
Faraone ha precisato di non voler affatto togliere un sostegno economico a chi naviga in un contesto di forte difficoltà economica, ma ha pungolato nel merito il circuito di funzionamento del reddito di cittadinanza. Altro fronte riguarda i livelli di salario ritenuti bassi: il renziano ritiene che la risposta non può essere quella di garantire il reddito di cittadinanza senza che il percettore vada a lavorare. E ha sottolineato un paradosso: "Pago qualcuno per stare a casa e tasso chi lavora".
Faraone ha dunque sottolineato come siano penalizzati sia l'imprenditore che crea lavoro sia il lavoratore che dovrebbe percepire un salario: "Anziché dare i soldi per non lavorare e stare a casa, diamo i soldi per tagliare le tasse sul lavoro". Tutte le imprese che reinvestono gli utili devono averli detassati, è una delle tante proposte avanzate dall'esponente di Italia Viva. Secondo cui le imprese che creano lavoro devono pagare meno tasse.
L'intervento di Faraone ha scatenato la reazione di Giorgio Cremaschi (Potere al Popolo), che ha contestato alcune delle tesi sostenute da Faraone: "Quindi togliamo i soldi ai poveri per darli agli operai, che sono un po' meno poveri. Questa è la guerra tra poveri". E l'ha definita una vera e propria "schifezza".
Cremaschi ha poi rinfacciato l'abolizione dell'articolo 18, ma Faraone ha immediatamente replicato: "Non deve fare né il comunista né il populista con me. Non fare quello che difende i poveri mentre c'è quello che vuole difendere i ricchi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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