Cronache

La lezione del comparto nautico: ecco perché non ha scioperato con Landini

Non rovinare le feste di Natale a sardi e siciliani, ma piuttosto trovare la soluzione a un tavolo

La lezione del comparto nautico: ecco perché non ha scioperato con Landini

Non rovinare le feste di Natale a sardi e siciliani, ma piuttosto trovare la soluzione a un tavolo. È stato l’approccio del mondo nautico, che a differenza degli altri comparti che scendono in piazza, decide di far prevalere il senso di responsabilità, in un momento delicatissimo per l’economia del Paese. Se a livello nazionale il sindacato è apparso diviso, ciò non è successo in un settore dove un eventuale blocco avrebbe provocato danni incalcolabili. A spiegare le motivazioni della scelta è Marcello Di Caterina, vicepresidente del consorzio Alis, che raccoglie oltre mille operatori del comparto nautico.

Come mai tale decisione? Perché se Cgil, Cisl e Uil per tutti gli altri settori sono apparsi divisi, non è accaduto per il settore che rappresenta, dove sindacati e associazioni datoriali si ritrovano insieme?

"Sì è ritenuto di dare un messaggio importante alle parti sociali, alle comunità portuali e ai portuali. Uno sciopero in questo momento storico particolare avrebbe condizionato, in modo disastroso, tutto il Natale. Dobbiamo, invece, ridare quella serenità e quella normalità di cui le famiglie hanno profondamente bisogno".

Cosa avrebbe comportato uno sciopero?

"Soprattutto per quanto riguarda Sicilia e Sardegna, ma anche le altre isole, uno sciopero di solo ventiquattro ore avrebbe bloccato le consegne e si sarebbe rischiato, con altissime probabilità, di arrivare sotto Natale con gli scaffali dei supermercati vuoti o di non dare la possibilità ai genitori di quelle realtà di fare i regali ai propri figli. Stiamo parlando, infatti, di territori che hanno necessità di un continuo rifornimento di merci e di beni di prima necessità. Ritengo, pertanto, la scelta, condivisa da tutti, molto responsabile ed esemplare anche per altri settori".

Ha parlato addirittura di scompartimenti vuoti nei supermercati. Mancano, però, ancora diversi giorni alle festività?

"Bloccando i porti, è evidente che non si possono caricare mezzi che portano merce, camion pieni di materie prime, nonché di generi alimentari. Si farebbero partire delle navi vuote. In un momento di grande consumo come quello natalizio, pertanto, bloccare anche solo di ventiquattro ore la consegna della merce è evidente che avrebbe provocato un blocco insostenibile e un disagio enorme. Ventiquattro ore, infatti, non sono poche. Per recuperare i tempi di un giorno di fermo ci vuole molto di più e il disservizio avrebbe avuto ripercussioni, secondo i nostri calcoli, fino al 24 dicembre".

I problemi non mancano neanche nel vostro comparto…

"Tantissime sono le difficoltà. Il dialogo, però, bisogna tenerlo con le istituzioni. Le soluzioni serve trovarle prima di tutto a un tavolo. E’ sbagliato come prima istanza ricorrere alla piazza o fermare un’Italia che invece ha bisogno di ripartire. Questo non significa che non abbiamo attenzione per le istanze del settore, ma in un momento come quello attuale, con una situazione pandemica che non è affatto risolta e con un quadro generale non brillante, scioperare rappresenta un atto che produce solo danni incalcolabili, sia sotto il profilo della continuità economica che sociale del Paese. E’ troppo facile urlare e fare cortei, più difficile, invece, è trovare la concertazione con gli organi preposti".

I lavoratori hanno sollevato diverse criticità. Quale il ruolo di Alis?

"In riferimento alle criticità sollevate dai lavoratori del comparto portuale, restiamo convinti che esse, a maggior ragione, meritino di essere discusse e affrontate attraverso un dialogo istituzionale tra il Governo e le parti sociali. In tal senso, ribadiamo la nostra massima disponibilità a partecipare a un confronto sulle tematiche di comune interesse per l’intero settore".

Come ritiene stia operando l’esecutivo Draghi?

"Non è il momento delle polemiche. In questa fase, ognuno ritengo debba fare la propria parte. Le divisioni oggi non portano lontano. E’ necessario, invece, provare a superare insieme le criticità.

Non è facile per nessuno e a maggior ragione quindi serve unità e non aizzare polemiche o scioperi, che non porterebbero risultati ma solo disservizi, soprattutto in un momento difficile come quello che stiamo vivendo oggi".

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