Cronache

Patto tra politici e massoni: scoperta una super loggia segreta

Tra gli arrestati anche l'ex deputato regionale Lo Sciuto, ritenuto a capo dell'organizzazione, e l'ex Presidente dell'Assemblea regionale siciliana Francesco Cascio

Patto tra politici e massoni: scoperta una super loggia segreta

"Cercherò di essere la sentinella alla Regione per l'intera provincia di Trapani e per Castelvetrano in particolare". Aveva spiegato così la sua scelta di far parte della Commissione antimafia, Giovanni Lo Sciuto, ex deputato regionale siciliano, arrestato all'alba di oggi dai carabinieri di Trapani. È accusato di essere a capo di una loggia segreta "capace di condizionare la politica e la burocrazia".

Insieme a lui, sono state arrestate altre 26 persone, tra cui l'ex sindaco di Castelvetrano, Felice Errante e l'ex Presidente dell'Assemblea regionale siciliana Francesco Cascio. Dell'associazione avrebbero fatto parte personaggi politici, massoni e tre poliziotti. Altre 10 persone sono state indagate a piede libero. Gli inquirenti dicono di aver "scoperto un vasto sistema corruttivo negli enti locali, quali il comune di Castelvetrano e l'Inps di Trapani". Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di corruzione, concussione, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata, falsità materiale, falsità ideologica, rivelazione ed utilizzazione del segreto d'ufficio, favoreggiamento personale, abuso d'ufficio ed associazione a delinquere segreta finalizzata ad interferire con la pubblica amministrazione.

L'operazione "Artemisia", che questa mattina ha portato agli arresti, era iniziata nel 2015 e aveva "come fulcro l'ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto". A suo carico sono emersi indizi circa la commissione di reati contro la Pubblica amministrazione, Sembra che Lo Sciuto avesse messo in piedi una fitta rete clientelare, così da poter offrire favori in cambio di voti. Per questo scopo, avrebbe creato un accordo con Rosario Orlando, medico corrotto con "regali", per ottenere "la concessione di numerose pensioni di invalidità, anche in assenza dei presupposti previsti dalla legge". In cambio di ogni pensione che l'ex deputato riusciva a far concedere, otteneva pacchetti di voti. Tra gli arrestati c'è anche l'assessore regionale siciliano alla Pubblica istruzione Roberto Lagalla: grazie a lui, Lo Sciuto era riuscito a ottonere una borsa di studio a favore della figlia di Orlando, in cambio della quale il medico falsificava le pensioni di invalidità.

Tratto in arresto anche Paolo Genco, presidente dell'ente di formazione professionale Anfe, che garantiva alla loggia un sostegno economico e raccoglieva voti per le candidature: il cambio i membri dell'associazione facevano assumere persone da lui segnalate e "intercedevano al fine di agevolare la concessione dei finanziamenti a favore dell'ente". Inoltre Lo Sciuro, "in qualità di deputato regionale e membro della commissione cultura, lavoro e formazione si prodigava per l'approvazione di delibere e progetti di leggi regionali a favore dell'Anfe".

C'è anche il candidato sindaco di Castelvetrano Luciano Perricone tra i 27 arrestati. Secondo il gip, Perricone"si è reso disponibile all'esecuzione delle direttive impartitegli da Giovanni Lo Sciuto nella consapevolezza dell'esistenza dell'associazione segreta e di agire in favore di questa, a fronte per dell'appoggio elettorale da parte di Lo Sciuto".

L'associazione segreta, quindi, non solo eseguiva "una serie indeterminata di delitti ispirati da un medesimo disegno criminoso, ma ha avuto ad oggetto anche il condizionamento e l'asservimento dell'attività di organi costituzionali e di articolazioni territoriali della pubblica amministrazione alle finalità segrete del consesso criminoso".

Secondo gli inquirenti, l'ex deputato regionale Fi "gestiva una macchina di potere", per condizionare le campagne elettorali e ottenere voti per sé e per i componenti della loggia, "grazie all'enorme rete clientelare creata mediante la commissione dei reati fine dell'associazione a delinquere stessa". In questo modo, Lo Sciuto, controllava "le scelte politiche ed amministrative", condizionando le nomine di enti pubblici, l'assegnazione di finanziamenti regionali e di pensioni di invalidità e l'assunzione in strutture pubbliche e private.

Oltre ai 27 arrestati, per gli stessi reati sono stati notificati anche 5 obblighi di dimora e una misura interdittiva della sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio, nonché notificate altre 4 informazioni di garanzia ad altrettanti indagati.

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