Cronache

“Se la donna è ubriaca o drogata non è stupro”

È la tesi choc di un avvocato inglese, che critica anche la presenza del gentil sesso nelle giurie dei tribunali

“Se la donna è ubriaca o drogata non è stupro”

“Non è stupro se la donna è ubriaca o sotto l’effetto di stupefacenti”. È la tesi choc di un avvocato inglese, che auspica l’assoluzione degli uomini accusati di violenze sessuali se concorrono tali premesse.

La sparata è una critica alla recente stretta della legislazione britannica voluta dal Director of Public Prosecutions. Secondo le nuove norme un uomo accusato di stupro dovrà dimostrare che la donna era consenziente, con piena libertà e capacità di scegliere se avere o meno il rapporto sessuale.

L’Indipendent racconta che David Osborne ha duramente attaccato e deriso il numero uno del DPP, Alison Saunders, promotrice della nuova legge, in un lungo post sul suo blog, auspicando un sistema giudiziario orientato a garantire una “difesa totale” a quegli uomini accusati di aver stuprato una donna “sotto influenza di alcol o droghe.

Questo è un passaggio di quanto scritto da Osborne: “Ho sempre trovato ripugnante e sconveniente la premessa che la vittima fosse ubriaca persa e quindi non in grado di dare il proprio consenso e di presupporre che da sobria non l’avrebbe comunque dato. La mia soluzione è semplice: se il denunciante, al momento del rapporto incriminato, era sotto l’effetto di alcool o droghe, questo tutela il soggetto sotto accusa. Fine della storia: una vittoria per l’equità, la moderazione e il buon senso”.

L’avvocato ha dunque ricordato che nella sua lunga esperienza “la stragrande maggioranza dei clienti difesi dall’accusa di stupro sono stati assolti in quanto la giuria non ha creduto – al di là di ogni ragionevole dubbio – che la vittima non fosse consenziente”. Una posizione che è stata durissimamente condannata dalle associazioni, dalle donne e dalle sue stesse colleghe, anche per aver dato a intendere che la giustizia si è indebolita da quando le donne fanno parte delle giurie: “Ai tempi le giurie erano tutte maschili.

Poi i governi, per essere politicamente corretti, hanno cambiato la tradizione”.

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