Se i vigili faranno i test di gravidanza in auto

La folle crociata contro il tabacco

Se i vigili faranno i test di gravidanza in auto

È noto che le leggi vengono approvate dal Parlamento, non sempre con cognizione di causa, ma ignoriamo chi le ispiri e chi materialmente le scriva. Meglio così. Se conoscessimo coloro che si dedicano a questa attività saremmo tentati di prenderli a calci nel posteriore. I testi che finiscono sui codici penale, civile e stradale, infatti, sono talmente assurdi (ai limiti del surreale) da muovere il lettore al riso, talvolta lasciandolo nell'incredulità. L'ultimo provvedimento che ci è capitato sotto gli occhi riguarda la cosiddetta lotta al fumo, di sigaretta, di sigaro e di pipa. Un capolavoro che sembra uscito dalla penna di Eugène Ionesco.

Sintetizzo, consapevole che i dettagli sono parenti stretti della noia. Dato che è invalsa la convinzione che il fumo faccia male non solo a chi lo inala direttamente, ma anche alle persone che si trovano nei dintorni del tabagista, il legislatore ha disposto il divieto di fumare in automobile qualora all'interno della vettura sieda una donna incinta. Riferita così, la regola ha i caratteri della ragionevolezza. Ma c'è un ma. Il medesimo legislatore non si è posto il problema di come stabilire se una signora che viaggi in macchina insieme con pazzo fumatore è gravida oppure no.È pur vero che la gravidanza avanzata è riconoscibile dal rigonfiamento esagerato del ventre femminile, ma se essa è all'inizio (quarto o quinto mese) non è visivamente apprezzabile. Ci chiediamo come l'agente della Polstrada possa verificare se il soggetto in questione sia o meno in stato interessante. Per accertarlo, suppongo si dovrebbe seduta stante procedere all'esame delle urine, il che presenterebbe qualche inconveniente. Ve la immaginate una gentildonna obbligata a fare pipì in una provetta sul ciglio della pubblica via, magari nel centro della città o lungo una arteria trafficata? Lo spettacolo offerto dalla operazione non sarebbe - converrete - dei più eleganti. Non siamo neppure in grado di giurare sulla buona disposizione della sospetta gestante a sottoporsi a un simile esercizio. Di solito maschi e femmine, soprattutto le femmine, prediligono mingere in un luogo appartato, preferibilmente in toilette. O mi sbaglio?

Recentemente un professore, che non ce la faceva più a tenerla, si è liberato del liquido di scarto in un prato e, per «vendetta», è stato licenziato dalla scuola dove insegnava. A questo punto bisogna anche registrare una contraddizione: se è vietato pisciare sull'erba, come può essere, viceversa, consentito farlo in macchina o nei dintorni? Difficile capire la ratio della legge di cui discettiamo. La quale legge impone un'altra proibizione paradossale: nessuno ha facoltà di accendersi una paglia qualora nella automobile ci sia un minore, cioè un individuo inferiore a 18 anni.Meraviglioso. La salute va difesa a ogni costo. Ipotizziamo tuttavia che nella vettura vi sia un giovanotto di 17 anni e 11 mesi intento a «spararsi» una Marlboro? Nell'eventualità, considerata la norma, chi andrebbe sanzionato? Il conducente o il minore medesimo? Sono interrogativi senza risposta. A questo punto un'altra domanda è di rigore: è più idiota chi fuma o chi si danna l'anima per impedirglielo nel modo descritto?

Senza contare che gli antitabacco, fautori delle restrizioni citate, sono gli stessi che speculano sul tabacco, conciandolo, confezionandolo e vendendolo in regime di monopolio di Stato. Già.

Lo Stato guadagna sulle sigarette con la mano destra e con la sinistra castiga coloro che lo consumano. Se si desse il via alla caccia grossa dei deficienti, sarebbe una strage. Non succederà, perché i deficienti sono quelli che comandano, e noi dobbiamo ubbidire, tacendo.

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