Se il problema è Giuseppi

Se il problema è Giuseppi

Dopo aver ascoltato la sua conferenza stampa di fine anno, qualche commentatore ha definito Giuseppe Conte un premier forte in mano a partiti deboli. E se invece fosse l'inverso, cioè che la debolezza di questa legislatura che in un anno e mezzo ha già sfornato due governi senza nulla combinare - anzi, peggiorando le cose in tutti i campi - stesse proprio nella figura di questo premier? Attenzione, non mi riferisco tanto all'uomo Conte che ha alcuni pregi personali (la pacatezza, la buona creanza, l'eleganza, una buona dialettica) ma alla sua figura politica totalmente irrilevante.

È vero che ha imparato velocemente alcuni trucchi del mestiere ma non ha superato, né può superare, il suo peccato originale. Che sta nel non essere stato eletto, bensì prescelto, non per provate capacità, ma per impellenti necessità, nottetempo, nella stanza di un albergo (se ben ricordo di Milano) da due giovani ed emergenti leader - Salvini e Di Maio - allora freschi e innaturali alleati, alla ricerca di una figura terza da mettere a capo del governo.

Fateci caso. Se nessun Paese dell'Occidente moderno e democratico (ma forse del mondo intero) non ha un leader che non sia passato per le urne un motivo ci sarà pure. Non si può in alcun modo essere veri leader senza una investitura popolare (persino i dittatori si sottopongono al rito più o meno lealmente). Un premier senza elettori, e quindi parlamentari suoi, è come un generale senza soldati in costante balia dei capricci e degli interessi dei suoi litigiosi colonnelli che - nel caso - hanno a disposizione più o meno consistenti truppe sia elettorali che parlamentari che gli permettono di decidere al posto suo.

Conte, in sostanza, non ha alcuna autonomia, altro che «maratona di tre anni», come ha annunciato ieri. Quello che dice e promette conta zero, tutto deve essere sottoposto al parere vincolante dei suoi inferiori in grado, che ufficialmente lo considerano (nel segreto dei conciliaboli e delle confidenze personali) come l'utile idiota di turno. Lui serve a loro per non andare a casa anzitempo, loro servono a lui per continuare a giocare a fare il premier, cosa che - come detto - a tratti gli riesce almeno nella forma pure bene.

Giuseppe Conte non è la soluzione del problema politico, è il problema politico.

Fino a che questo Paese non avrà un premier eletto (in Italia non capita da dieci anni) non ci sarà verso di avere un governo degno di questo nome. E no governo no party, checché ne dica Giuseppe Conte, novello Forrest Gump di questa disgraziata Italia.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica