Se tutti parlano di "scissione" ma è di Paradiso, non di Renzi

Se tutti parlano di "scissione" ma è di Paradiso, non di Renzi

L'uscita di Tommaso Paradiso dai Thegiornalisti ha scatenato i social network come non accadeva da un bel po'. Complice la concomitanza di un'altra uscita, quella di Renzi da Pd. Ovvio che molti abbiano scritto che Renzi sarà il nuovo cantante dei Thegiornalisti o che la nuova band di Tommaso Paradiso sarà Italia Viva. E via così, con la solita gragnuola di ironia spesso greve, qualche volta simpatica, raramente memorabile.

Senza dubbio l'annuncio di Tommaso Paradiso a social unificati è stato l'ultimo atto di un'uscita ampiamente annunciata dai rumors ma smentita da due terzi della band. Mentre Tommaso Paradiso è rimasto in silenzio (su questo aspetto) per mesi, al Giornale il batterista Marco Primavera in agosto ha dichiarato che «sia io che Rissa (il terzo componente Marco Antonio Musella, ndr) abbiamo deciso di avere un manager che si occupi della gestione. È un argomento che spesso un musicista non sa affrontare in un modo all'altezza della situazione. Tutto qui. Forse, vista dall'esterno, questa può sembrare una mossa in vista dello scioglimento. Ma non mi risulta proprio». Dopo queste parole, sembrava che i problemi fossero risolti. In realtà, come si è visto, i Thegiornalisti non si sono sciolti ma le condizioni hanno portato Tommaso Paradiso a uscire dal gruppo.

Naturalmente, come spesso accade, il pubblico si è diviso tra pro e contro. All'osservatore esterno risulta difficile capire come si possa essere arrivati a questo punto. Nella storia della musica, quasi sempre le band sono costruite intorno a un leader che ha saputo scegliersi validi gregari. Senza fare paragoni, nei Rolling Stones, i leader sono Mick Jagger e Keith Richards mentre Ron Wood o Charlie Watts, pur essendo memorabili musicisti, hanno accettato il loro onorevolissimo ruolo magari a denti stretti ma senza polemizzare pubblicamente. La sensazione è che nei Thegiornalisti sia prevalsa un'altra idea. Solo il futuro confermerà chi ha ragione. Il passato aiuta a capire che le band senza il loro leader naturale hanno quasi sempre faticato a sostituirlo, arrivando in breve a sciogliersi oppure ad accontentarsi di una mesta routine legata al passato. Per ricollegarsi alle vicende politiche, può essere che l'enorme successo dei Thegiornalisti (confermato dai 45mila paganti al Circo Massimo del 7 settembre, cioè l'altro ieri) abbia ingenerato nei «gregari» l'illusione di potercela fare anche da soli. Indiscrezioni confermano che si muovevano da tempo in questa direzione. Adesso si ritrovano senza il «volto» della loro musica e devono cercarne un altro.

La storia della

musica conferma che non sempre, anzi quasi mai, le band raggiungono lo stesso successo quando cambiano un elemento fondamentale nel pop come il cantante. Specialmente ora, nell'epoca feroce dell'immagine a tutti i costi.

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