La setta del diavolo vampiro

Una storia di riti satanici e abusi sessuali. A capo della setta un 23enne. Il racconto di chi ha partecipato all'orrore

La setta del diavolo vampiro

Un ‘diavolo' che avrebbe salvato il mondo, con poteri sovrannaturali, capace di resuscitare da morto e comunicare con vampiri e lupi mannari. Si presentava così ai suoi adepti Matteo Valdambrini, studente 23enne, a capo di una setta, arrestato nel 2020 e ancora ai domiciliari con l'accusa di riduzione in schiavitù, violenza sessuale e pornografia minorile.

Secondo la Procura di Firenze che ha coordinato le indagini, gli adepti, conoscenti del 23enne o giovani adescati sui social, versavano in condizioni di totale sudditanza nei confronti del Capo, che li avrebbe obbligati ad una “cieca obbedienza” nei suoi confronti. In cambio la promessa di realizzare i propri desideri, che sarebbero stati esauditi solo attraverso rituali esoterici e abusi sessuali. Abbiamo incontrato un giovane che ha partecipato ad almeno un incontro della setta. “Eravamo in una chiesa vicino a Prato – racconta mentre viene ripreso da una telecamera nascosta –lui parlava solamente di vampiri, di diavoli e lupi mannari”. “Quella sera – prosegue – c'era una ragazza, e toccava a lei, fare il patto con il diavolo”, e allora “le ha dato la mano (al capo della setta, ndr) e ho visto che lei si ritraeva e quando ha girato la mano era tutta insanguinata e lì ha dovuto fare il patto con il diavolo”. Il giovane non sembra essere particolarmente scosso e si è fatto anche un'idea delle reali intenzioni dell'indagato. “Parlava di uno sblocco che dovevano fare ma secondo me se le voleva solo scopare – spiega – però io ho visto tanto sangue e ho sentito parlare di diavoli e vampiri”.

Una storia agghiacciante, salita agli onori delle cronache grazie alla coraggiosa denuncia di due madri che si sono rivolte all'ONAP, l'osservatorio nazionale sugli abusi psicologici. “Chiunque può trovarsi in un momento di debolezza o vulnerabilità e cadere in queste situazioni” spiega Patrizia Santovecchi, psicologa e presidente dell'osservatorio. “Ora come ora il rischio corre su internet – racconta la psicologa – ma occorre fare attenzione anche ad amici e familiari”. Ma “la difficoltà che s'incontra parlando con queste persone è fargli capire che non è sbagliato ciò che hanno fatto loro” ci spiega l'avvocato Francesco Alagna, che assiste alcune delle vittime del Diavolo Vampiro.

“L'incidente probatorio è stato molto utile per cristallizzare le prove a carico dell'indagato”, ha aggiunto il legale.

Valdambrini, difeso dagli avvocati Feynes e Badiani, e per il quale anche il Tribunale del Riesame ha respinto la scarcerazione, è atteso all'udienza preliminare, dopo l'avviso di conclusione indagini dello scorso gennaio.

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