Uno sguardo d'eccezione sullo stile in continuo divenire

La «visione» a Giorgio Armani non è mai mancata: la spia del suo genio. Era il 1981, infatti, quando lanciò Emporio Armani, sfidando il parere contrario dei collaboratori, timorosi di una ricaduta negativa sul brand Giorgio Armani. Aveva semplicemente anticipato lo straripante trend delle seconde linee che consentì alle grandi Case di moda, a partire dagli anni '80, di cavalcare l'onda dell'edonismo spensierato, consolidando decisamente la propria immagine nell'immaginario collettivo. Il pubblico di riferimento di Emporio Armani, evidentemente, era quello giovane, ancora non divenuto adulto e, proprio per questo, in costante divenire.In tal senso, dunque, l'idea di «Re Giorgio», fu quella di proporre a esso non un total look, ma un insieme di soluzioni che accompagnassero ed integrassero un mood che ognuno si era già costruito. D'altronde, il concept di base di Armani si è sempre fondato su di un percorso evolutivo, non su interruzioni nette e ripartenze di moda e di stili: non si tratta di tendenze, ma più semplicemente di coerenza nell'interpretare con i propri occhi i mutamenti che avvengono a livello sociale e collettivo. In tal senso va inquadrata anche la parola «emporio», la cui etimologia, che affonda le radici nell'antica Grecia, individua un significato non propriamente aulico ma «popolare», che Armani, intelligentemente, ammanta del suo stile, componendo uno schema di offerta che consente al pubblico target di fruire di un prodotto firmato Armani a prezzi accessibili. In qualche modo, un mezzo per sviluppare un senso di appartenenza in una comunità di persone per cui i jeans e le maglie logate stavano divenendo un must-have. Ricordiamoci che stava sbocciando la generazione di adolescenti degli anni '80 ed anche il logo, l'aquilotto, non fu una scelta casuale: esprime potenza, potere, rispetto, un simbolo che coinvolge e richiama. Su queste pietre miliari, Armani ha sviluppato il marchio, utilizzando forme di comunicazione visive penetranti, quali i murali cittadini e, nel contempo, strutturando l'offerta, via via distribuita su moda, underwear, eyewear, orologi, gioielli e altri accessori, come un laboratorio sempre operativo sull'immagine e sullo stile. Armani non si è accontentato, infatti, con «Emporio» di rivolgersi unicamente ai giovani, ma ha voluto seguirli fino al loro primo approccio «adulto» , affiancandoli nel loro ritmo di vita incalzante, facendo crescere la sua moda con loro e per loro.In termini generali, dunque, dopo oltre trent'anni d'«esperienza», Emporio Armani continua a parlare un linguaggio metropolitano brillante, vitale e disincantato, definito da allure e raffinatezza inconfondibili. L'avventura nell'universo orologiero è cominciata nel 1997, confermando il DNA di base del brand e proseguendo su forme e linguaggio grafico, stile Armani, ma d'avanguardia e sperimentazione. La collezione attuale, sulla scia di una proposta moda Autunno/Inverno fortemente urbana, calda e confortevole, con accento sulle cromie del nero e dei toni metallici dell'oro, evidenzia, per lei, quadranti impreziositi da texture di pavé di cristalli, abbinati, in particolare, ad articolati bracciali in acciaio o acciaio two- tone con una fine placcatura oro rosa, per un appeal delicato e femminile (da segnalare le versioni da 32 mm con bracciali che si dipartono dalla carrure in modo finemente tangente).

Per l'uomo, l'orologio Emporio Armani da indossare per questa fine d'anno, specificamente nelle versioni cronografiche, insiste su dimensioni importanti (da 43 mm a 46 mm), alternando un tratto squisitamente sportivo (lunetta bombata, anse in discontinuità di curvatura, evidenti pulsanti a pompa e quadrante dai forti contrasti tra fondo e indici/lancette per privilegiare la leggibilità) anche trattato IP Black, con raffinate soluzioni su cassa in acciaio IP Rose Gold, con cinturino in pelle stampa coccodrillo, e grafica «sussurrata» e lineare per un indosso più quotidiano e chic. In poche parole, anticonformista lei, tonico e dalla marcata nonchalance lui, questi i messaggi che oggi King George invia attraverso il «suo» Emporio Armani.

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